C’è chi scrive favole per bambini, chi racconta la propria vita con il figlio disabile, chi ancora pubblica monografie e saggi sul vasto tema delle persone con disabilità, le loro necessità, le loro speranze. C’è tutto un mondo di carta (e di computer) che ruota attorno a questi argomenti.
Lo scrivere (non importa poi tanto se per se stessi, per pochi amici o per pubblicare poi davvero e magari anche vendere – talvolta bene – quanto prodotto) è un’attività che incontra il massimo favore presso le famiglie con disabilità. Madri e padri – singolarmente e a gruppi -, “scrittori con disabilità”, sorelle e fratelli, con giornalisti “di appoggio” per libri a due mani, tutti scrivono e lo fanno – credo – per dar voce ai pensieri più nascosti, per dividere il loro peso tra tanti, in modo che sia per tutti, ma più lieve.
Naturalmente lo scrivere è oggi aggiornato: blog, siti, domini, facebook, twitter e mille altre possibilità di comunicazione, di informazione, di scambio di idee.
C’è poi chi scrive ancora “all’antica”. No, non proprio con la piuma d’oca da immergere nel calamaio di ceramica con il coperchio ribaltabile di ferro… ma quasi. Scrive all’antica innanzitutto perché è vecchio ( di anni e di acciacchi), perché non è più in grado di apprendere nulla di nuovo e anzi regredisce verso il passato a velocità folle. Sarebbe da internare! Scrive su un vecchio computer con un programma di fine Novecento. Pesta incerto i tasti con un impeto degno di una vecchia macchina da scrivere Olivetti Studio 44 (il celeberrimo Modello 22 era troppo fine per lui!).
E naturalmente scrive prevalentemente di cose antiche. Talvolta, tipico dei dementi, ha un guizzo di lucidità e scrive del presente e – raramente, per fortuna – del futuro.
Tutta questa lunghissima presentazione se la sono evitata le famiglie con disabilità che hanno partecipato il 26 aprile scorso, assieme a un folto pubblico, alla presentazione del nuovo libro del sottoscritto (La Loaneide – Storie e miti di improbabili antenati), le offerte per il quale sono state interamente devolute al Progetto Villa Amico dell’Associazione DopoDomani.
Non avete potuto venire ? Non capite cosa abbia a che fare con il mondo della disabilità? Male, ma poco male. Cliccando infatti qui, potrete leggere un capitoletto del libro, ed esattamente quello intitolato La macchina lavasciugapiedi (che è un nuovo ausilio!). Poi mi direte se vi è piaciuto! (Giorgio Genta)
*Villa Amico è una casa famiglia in allestimento a Loano (Savona), a cura dell’Associazione DopoDomani, dedicata al “dopo di noi” di persone con disabilità anche grave.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Tecnologie e didattica inclusiva: essere padroni del proprio destino Ruota attorno a una proporzione («La tecnologia sta alla didattica come la tifloinformatica sta alla didattica inclusiva») questa ampia riflessione di Franco Lisi, che scrive tra l'altro: «Ci sarà integrazione…
- Per un nostro dibattito scientifico «Urge la nostra fondamentale presenza in qualità di studiosi - scrive Claudio Roberti - perché dobbiamo poter dire: “Niente su di Noi senza di Noi", anche in tale ambito». E…