Nelle scorse settimane, il Comitato Stop OPG – organismo voluto da numerose organizzazioni del Terzo Settore, oltreché sindacali, che ormai da anni sta conducendo una dura battaglia in questo àmbito – aveva accolto positivamente le modifiche apportate dal Senato al Decreto Legge 52/14 (Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari), pur nell’àmbito di un giudizio del tutto negativo – come avevamo riferito anche nel nostro giornale – sull’ulteriore proroga della chiusura di quelle strutture, definite a suo tempo, dal Presidente della Repubblica, come «indegne di un Paese civile».
In tal senso, il Comitato aveva sintetizzato in sette punti specifici – che qui di seguito proponiamo – le novità apparse nel testo sin qui approvato, del quale in questi giorni è stato avviato l’esame alla Camera:
«1. Tra sei mesi ci sarà la verifica (Ministeri della Salute e della Giustizia e Comitato Paritetico Interistituzionale OPG) sull’attuazione da parte delle Regioni delle nuove norme. I programmi regionali dovranno dimostrare che entro il 31 marzo 2015 gli OPG saranno effettivamente chiusi, altrimenti scatterà subito il commissariamento per le regioni inadempienti.
2. Giustamente, dati i tempi così stretti, è previsto che le Regioni possano rivedere i programmi sulle REMS [Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza Sanitaria, definite anche, dal Comitato Stop OPG, come “mini OPG”, N.d.R.], riducendo i posti e reinvestendo i finanziamenti per potenziare i servizi di salute mentale. Le REMS, se le nuove norme verranno applicate correttamente, diventeranno infatti una soluzione quanto meno residuale, viste le nuove disposizioni che privilegiano le misure alternative all’internamento e quelle relative alla pericolosità sociale. Insistiamo perciò affinché le Regioni rivedano i loro programmi.
3. Entro quarantacinque giorni dall’approvazione della Legge, le Regioni dovranno trasmettere a Governo e a Magistratura i programmi di dimissione degli attuali internati negli OPG (al 1° aprile 2014), motivando le ragioni che dovessero impedirle (e comunque l’internamento dovrà essere eccezionale e transitorio.
4. Il Giudice, anche di Sorveglianza, adotterà misure alternative al ricovero in OPG, salvo eccezioni, anche per misure provvisorie e per dimissioni. Perciò sarà importante che le Regioni (ASL e loro servizi) e la Magistratura stabiliscano protocolli di collaborazione.
5. Le condizioni economico sociali dell’individuo e la mancanza del progetto terapeutico individuale non potranno più motivare la pericolosità sociale e quindi l’internamento, e non giustificheranno più le proroghe. Oggi, invece, un malato, proprio perché è senza cure e abbandonato dai servizi, spesso può essere valutato come “socialmente pericoloso”. Lo stesso accade spesso a un malato povero, emarginato e senza casa, che può diventare, per questa ragione, “socialmente pericoloso” e può così finire in OPG. Con le nuove norme non dovrà più succedere che l’internamento in OPG e le proroghe della misura di sicurezza si adottino per carenze di assistenza comunitaria o individuale sul territorio o per la condizione di svantaggio sociale della persona.
6. La durata massima della misura di sicurezza non potrà essere superiore a quella della pena per il corrispondente reato (massimo edittale). Quindi ci sarà un limite alle proroghe e uno stop ai cosiddetti “ergastoli bianchi”.
7. Entro trenta giorni dall’approvazione della Legge, verrà istituito un Tavolo per il Superamento degli OPG, che dovrà relazionare regolarmente al Parlamento».
Ora dunque che, come detto, si è avviato l’esame del provvedimento alla Camera,a nome del Comitato Stop OPG, Stefano Cecconi e Giovanna Del Giudice, dopo avere ribadito che «la proroga della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è stata, non solo da noi, giudicata come un fatto negativo» e ricordando che «il punto fermo resta l’obiettivo di abolire tali strutture tramite la modifica del Codice Penale», ritengono però al tempo stesso «utile che le nuove norme vengano approvate anche a Palazzo Montecitorio». In tal modo, sottolineano infatti, «il faticoso processo del superamento degli OPG potrà rientrare nei binari della Legge 180/78, che chiudendo i manicomi restituì dignità, diritti e speranze a tante persone». «E come per la Legge 180 – aggiungono -, se il Parlamento approverà le nuove norme sugli OPG, bisognerà ovviamente applicarle: perciò il “fronte della mobilitazione” dovrà spostarsi nelle Regioni,e nei territori, riguardando il diritto alla salute mentale di tutte e di tutti». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@stopopg.it.