Era il 13 maggio 1978, ovvero esattamente trentasei anni fa, quando venne approvata la Legge 180/78 (Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori), ben più nota come “Legge Basaglia”, la quale, come scrivono in una nota Vera Lamonica e Stefano Cecconi, rispettivamente segretario confederale e responsabile per le Politiche della Salute della CGIL, «ha posto fine a secoli di abusi, restituendo cittadinanza e dignità, tramite la liberazione delle persone internate nei manicomi. Abolendo la funzione repressiva della psichiatria, essa ha dato inoltre un contributo formidabile allo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. Il valore della Legge 180, infatti, sta proprio nella sua spinta liberatrice e nella visione di società solidale e giusta che descrive».
«Certo – scrivono ancora Lamonica e Cecconi – sappiamo bene quali siano la fatica, le inadempienze e i ritardi nell’attuare la Legge 180 e nel garantire il diritto alla salute e alle cure. E per questo dobbiamo continuare la mobilitazione contro le assurde politiche di austerità che colpiscono il welfare e per ottenere risorse per la salute mentale, garantendo, quindi, per ventiquattr’ore su ventiquattro, la “presa in carico” delle persone e dei loro familiari nei servizi territoriali, con Centri di Salute Mentale accoglienti, servizi domiciliari e residenziali e per l’inclusione lavorativa, abitativa e sociale: per riconoscere così diritti e piena cittadinanza».
«In queste ore – ricordano ancora i rappresentanti della CGIL – siamo impegnati, nel Comitato Stop OPG, affinché il Parlamento approvi finalmente la nuova legge per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: e questa è un’altra tappa di civiltà, che a trentasei anni dalla Legge 180 suscita nuove speranze a chi crede che la tutela della salute sia un diritto fondamentale, in una società che include, che accoglie, che soccorre, in cui ogni essere umano ha piena cittadinanza». (S.B.)
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