Il Progetto SPES (Support Patients through E-service Solutions), finanziato nell’àmbito del programma di cooperazione transnazionale Central Europe, è iniziato il 1° aprile 2011 e si concluderà il prossimo 30 giugno. Esso ha sviluppato una piattaforma di telemedicina e telecompagnia in quattro differenti città europee dell’area Central Europe: Ferrara (Italia), Vienna (Austria), Brno (Repubblica Ceca) e Košice (Slovacchia), focalizzando la propria attenzione su differenti problematiche di rilevanza socio/sanitaria: malattie respiratorie, demenza, handicap ed esclusione sociale. Leader Partner del progetto è l’ente pubblico ENEA.
La sperimentazione italiana, come detto, si è svolta a Ferrara e si è rivolta a pazienti seguiti dall’Azienda USL della città emiliana, affetti da insufficienza respiratoria cronica, e quindi sottoposti a terapie a lungo termine, quali ossigenoterapia e ventilazione meccanica non invasiva. Il partner tecnico del progetto, Cup2000, ha offerto un prezioso contributo per quanto concerne il supporto tecnologico, in termini di installazione della tecnologia presso l’abitazione dei pazienti, di assistenza tecnica in caso di malfunzionamenti e, non ultimo, organizzando la formazione all’utilizzo dei dispositivi, sia dei pazienti e dei loro familiari, sia del personale sanitario.
Il ruolo della Provincia di Ferrara è stato quello di promuovere iniziative di disseminazione a livello locale e l’attività di coordinamento del partenariato sempre a livello locale, in particolare nell’ambito della sensibilizzazione, del coinvolgimento e dell’informazione degli stakeholders [“portatori d’interesse”, N.d.R.] nel settore della telemedicina.
L’obiettivo raggiunto è stato quello di fornire ai pazienti che soffrono di problemi respiratori un sistema in grado di monitorare a distanza il loro stato di salute attraverso l’installazione di dispositivi medici non invasivi presso le abitazioni.
In sostanza, i medici e gli altri attori coinvolti nel processo di cura accedono ai dati sanitari del paziente, secondo le proprie competenze, tramite interfacce web, anche arricchendo con proprie considerazioni la cartella del paziente stesso. I benefìci sono legati a un miglioramento dell’utilizzo degli aiuti medici e a un’organizzazione più efficiente e qualificata dei servizi sanitari prestati dal personale medico.
Lo studio si è posto inoltre l’obiettivo di valutare la fruibilità e accessibilità nell’utilizzo di un sistema tecnologicamente avanzato, oltre che gli effetti del telemonitoraggio sui costi e sugli sforzi connessi agli accessi dei pazienti ai Servizi Sanitari/Ospedalieri, in termini di trasferimenti, tempi morti, procedure burocratiche, supporto e tempo dei familiari.
Il telemonitoraggio
Nel dettaglio dell’iniziativa, va detto che, presso l’abitazione dei pazienti, è stato installato un sistema in grado di monitorare in maniera remota alcuni parametri di salute e di benessere. Nello specifico, le persone sono state fornite di computer di tipo tablet touchscreen e di pulso-ossimetro con connessione di tipo Bluetooth, in grado di rilevare il livello di saturazione d’ossigeno nel sangue e la frequenza cardiaca. È stata inoltre fornita una connessone ADSL dedicata, per la trasmissione dei dati.
Il paziente è stato pertanto messo in grado di dialogare con il sistema di monitoraggio attraverso un software preinstallato nel tablet. Quest’ultimo invita il paziente stesso, attraverso segnalazioni visive e acustiche, ad effettuare una serie di operazioni quali: rilevare la saturazione di ossigeno nel sangue con il pulso-ossimetro; utilizzare lo spirometro per misurare i volumi polmonari; rispondere ai quesiti che consentono la valutazione dei segni e dei sintomi; rispondere a questionari che valutano la qualità della vita percepita dal paziente, oltre al grado di soddisfazione dello strumento di telemedicina. Il software, inoltre, ricorda al paziente le visite ambulatoriali programmate e altre eventuali attività previste e predefinite dai medici pneumologi. I dati registrati dal tablet vengono automaticamente inviati su un server.
Infine, il software consente il dialogo audio-video – tramite l’integrazione con l’applicazione Skype – tra i pazienti e i professionisti sanitari coinvolti.
Nella fase successiva, un’applicazione web permette al personale clinico di accedere ai dati rilevati per ciascun paziente ai fini del monitoraggio. Il professionista consulta le rilevazioni effettuate dal paziente, visualizzando i singoli rilevamenti nei rispettivi orari su base giornaliera, ma anche graficamente, su base settimanale e mensile.
Per le caratteristiche demografiche dei pazienti e per il loro frequente stato di fragilità, un obiettivo importante è stata la ricerca di un’interazione fra i pazienti stessi e la tecnologia, obiettivo nel complesso raggiunto, anche se ha richiesto un certo tempo e supporto da parte dello staff. Si può dire quindi che i pazienti dotati delle tecnologie previste dal progetto (tablet con connessione ADSL e pulso-ossimetro, cioè misuratore incruento della saturazione, dotato di connessione Bluetooth) abbiano imparato ad usarle, continuando poi a farlo nella quasi totalità dei casi.
La sperimentazione ferrarese si è conclusa con successo proprio nello scorso mese di aprile, coinvolgendo nel sistema di telemonitoraggio circa venticinque persone con problematiche respiratorie in carico all’Azienda USL di Ferrara. Un’alta percentuale (più dell’80%) ha svolto le attività assegnate, riscontrando una buona capacità di interazione con il sistema.
In particolare, i pazienti hanno riferito un maggior senso di sicurezza, dato dalla percezione di essere seguiti con più intensità attraverso l’invio all’équipe sanitaria dei parametri rilevati e dei dati relativi ai questionari. Inoltre, hanno anche segnalato di aver migliorato in generale la loro personale capacità di monitorare lo stato dei propri parametri di salute nell’abitazione di residenza.
In generale si può dire che il Progetto SPES abbia contribuito a valutare nuovi scenari di integrazione geografica e di supporto ai pazienti, in particolare se caratterizzati da fragilità sociale e da presenza di patologie croniche, e a ridurre i costi e i disagi legati agli spostamenti, rendendo sempre più fruibili i servizi, sanitari e assistenziali in genere.
La tecnologia utilizzata dai pazienti e dagli assistenti di cura (caregivers) è stata pertanto valutata come un utile strumento complementare al ruolo del medico che li ha in cura.
Direttore del Centro di Formazione Città del Ragazzo – Opera Don Calabria di Ferrara.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: sarti@cittadelragazzo.it.
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