Ci eravamo occupati, qualche settimana fa, di Cross with me, un’applicazione (App) per smartphone, nata per aiutare le persone non vedenti e ipovedenti a individuare e quindi ad attraversare le strisce pedonali con la maggiore sicurezza possibile. L’iniziativa si rivolge in particolare a coloro che vivono in aree urbane e che appunto utilizzano lo smartphone nella vita quotidiana.
L’idea è partita da Cristian Bernareggi, persona non vedente, volontario della Federazione Retina Italia, collaboratore del Dipartimento di Tecnologie Informatiche dell’Università di Milano (e co-fondatore nel 2011 di EveryWare Technologies, impresa satellite dello stesso Ateneo), impegnato da tempo nello sviluppo di tecnologie informatiche in grado di aiutare le persone con disabilità.
È oggi lo stesso Bernareggi a spiegarci di che cosa si tratta esattamente.
Già da quasi dieci anni lei lavora nel campo dell’informatica e dello sviluppo di tecnologie in grado di aiutare le persone non vedenti. Quanto, dunque, la sua storia personale ha influito sulla nascita di Cross with me?
«La mia esperienza personale influisce molto in generale, perché mi consente di individuare i bisogni di chi è non vedente o ipovedente. Certamente le idee nascono spesso dalla mia esperienza. E tuttavia, nel lavoro cerchiamo di coinvolgere anche gli altri utenti, in particolare nelle prove dei prototipi, per garantire diverse modalità di utilizzo delle tecnologie.
L’interesse per questo settore deriva dal fatto che da molti anni utilizzo tecnologie informatiche che hanno migliorato la qualità della mia vita. Il mio percorso è iniziato studiando informatica presso l’Università di Milano e conseguendo successivamente, nello stesso Ateneo, il Dottorato di Ricerca in Informatica. Oggi, tramite la società spin-off dell’Università di Milano EveryWare Technologies, di cui sono cofondatore, lavoro costantemente nell’ambito delle tecnologie d’ausilio alle persone con disabilità.
Proprio da tutto ciò, dunque, è nata l’idea di Cross with me, che collegandosi alla videocamera del proprio smartphone è in grado di riprendere l’ambiente circostante e, attraverso un software specifico, di riconoscerne le caratteristiche. In questo modo viene data la possibilità alle persone con disabilità visiva di sapere dove siano le strisce pedonali e come poterle attraversare».
Ma a che punto è lo sviluppo di questa applicazione, che permetterebbe alle persone non vedenti o ipovedenti di muoversi con maggiore autonomia?
«Il prototipo esiste già e funziona. È stato presentato nell’ottobre dello scorso anno alla Fiera ReaTech Italia di Milano. Tuttavia sono necessari ancora ulteriori test, per rendere l’app assolutamente affidabile nel riconoscimento delle strisce e degli altri ostacoli che si possono incontrare in un contesto urbano».
Questa, per altro, non è la sua prima app. In passato, infatti, ha già progettato iMove. Di che cosa si trattava esattamente?
«iMove è una app di supporto alla mobilità autonoma di persone con disabilità visive già disponibile da circa un anno. Essa consente di conoscere l’indirizzo in cui ci si trova e i relativi punti di interesse. Inoltre, permette di personalizzare gli avvisi e di registrare note vocali che sono riprodotte quando si torna vicino al luogo in cui sono state registrate. In questo modo, funge da promemoria per segnalare ostacoli, ad esempio. Ancora, iMove può essere utilizzata anche nei mezzi di trasporto pubblico: infatti, ricevendo le informazioni ambientali, è come se si guardasse fuori dal finestrino».
Crediamo quindi che quasi certamente la sua avventura non si fermerà con Cross with me. Ha già in mente nuovi progetti per il futuro?
«Stiamo sviluppando un progetto per poterci orientare negli edifici in cui il GPS non funziona. Ne abbiamo testato un prototipo già alla citata Fiera ReaTech Italia. Immaginiamo di portare questo approccio nei luoghi pubblici chiusi, in modo che, usando lo smartphone, ci si possa orientare.
Inoltre, stiamo lavorando a delle tecniche di visione artificiale, per riconoscere segnali stradali. Ad esempio, è in fase di test un’app per il riconoscimento dei semafori e del relativo colore, che si andrà ad integrare a Cross with me.
Infine, è in corso un progetto didattico, per supportare i bambini della scuola primaria nell’insegnamento della matematica. Si tratta di Math Melodies, un’applicazione per tablet, che abbiamo potuto realizzare grazie a una campagna di crowdfunding* condotta lo scorso anno».
*Detto anche, in italiano, “finanziamento collettivo”, il crowdfunding è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Si tratta di una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.
Fonte della presente nota è il sito Assicurazioneauto.it. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: clelia.mattara@assicurazioneauto.it.
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