In Kosovo a discutere di disabilità e futuro

Si è tenuto recentemente a Peć, in Kosovo, un convegno cui è stata invitata una qualificata rappresentanza del nostro CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazione delle Persone con Sindrome di Down), insieme alle più importanti organizzazioni non governative operanti in quel territorio balcanico, incontro centrato sull’integrazione scolastica e sul sostegno alle famiglie di persone con disabilità, in particolare con sindrome di Down
Sergio Silvestre, presidente del CoorDown, Peć, Kosovo, 17 maggio 2014
Sergio Silvestre, presidente del CoorDown, interviene al convegno di Peć in Kosovo

Il CIMIC (Civil-Military Cooperation), acronimo che indica il coordinamento e la cooperazione tra la componente militare e quella civile, nell’àmbito del Multinational Battle Group West (MNBG-W), del KFOR, forza di stanza in Kosovo*, ha recentemente invitato il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), a partecipare il 17 maggio a un seminario dedicato alla sindrome di Down, dal titolo Un salto nel futuro dentro la realtà, voluto principalmente allo scopo di affrontare il tema dell’integrazione scolastica e dei possibili interventi di supporto alle famiglie di persone con disabilità del territorio.
La rappresentanza italiana era composta da Sergio Silvestre, presidente del CoorDown, da Sandro Morassut, presidente della Fondazione Down Friuli Venezia Giulia, dalla pedagogista Grazia Minelli e da Graziella Pighin, tutor familiare.
Al convegno hanno partecipato anche esponenti dell’organizzazione Save the Children, delle Associazioni Down Syndrome Kosova e HandiKOS, oltre che delle due locali One to One e Centro per una Vita Indipendente.
Tante voci unite, per discutere delle difficoltà che ancora oggi troppi genitori con figli disabili devono affrontare quotidianamente in quei territori, sottolineando l’importanza dell’inclusione nella società delle persone con sindrome di Down e la loro possibilità di poter esprimere le reali potenzialità: queste, in sintesi, le richieste emerse dalle relazioni dei due interventi introduttivi, presentati nel corso del convegno, dalla coordinatrice del Centro One to One Bukurije Muzlijaj e da Fitore Cena Haxhihasani, che dirige il locale Centro per una Vita Indipendente.

Dopo i saluti di Gazmend Muhaxheri, sindaco della Municipalità di Peć, del colonnello Antonio Sgobba, comandante del MNBG-W e di Antonio Maria Lo Grasso, tenente del CIMIC, Sergio Silvestre ha preso la parola, per riportare gli ottimi risultati ottenuti dal lavoro svolto attraverso la rete di Associazioni dei familiari in Italia e dalle campagne di sensibilizzazione promosse dal Coordinamento in questi ultimi anni.
In tal senso, è stato proiettato in sala, con traduzione simultanea e davanti a una platea commossa, Dear Future Mom (“Cara futura mamma”), film al centro di una campagna internazionale, lanciata lo scorso 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (WDSDWorld Down Syndrome Day).
Prodotta proprio dal CoorDown – con la collaborazione dell’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi e di nove associazioni internazionali – quella campagna ha addirittura superato i cinque milioni di visualizzazioni solo su YouTube.
Successivamente, Sandro Morassut ha presentato il filmato UP/DOWN, realizzato sull’esperienza della Casa al Sole di Pordenone, e ha tracciato il percorso necessario per arrivare alla massima autonomia da parte delle persone con sindrome di Down, attraverso interventi abilitativi che devono essere attuati e sviluppati in maniera concreta.
Grazia Minelli, quindi, riprendendo il discorso di Morassut, ha sottolineato che «l’autonomia non è solo una capacità di gestione della quotidianità, ma è soprattutto la possibilità di potersi organizzare e programmare il futuro. La scuola e la famiglia sono i contesti che, superando l’iperprotezione, possono far raggiungere anche ai ragazzi con sindrome di Down la consapevolezza del proprio progetto di vita. La scuola deve relazionarsi con la famiglia in maniera partecipata e gli insegnanti devono saper adattare il proprio metodo educativo alle peculiarità degli alunni con esigenze particolari».
Infine, Graziella Pighin ha affrontato il percorso innovativo e sperimentale di alcune forme di supporto e di accompagnamento alle famiglie nel loro quotidiano rapporto con la società, ribadendo l’importanza della figura del “tutor familiare”, risorsa preziosa nella costruzione di relazioni che possano aiutare genitori e figli a superare tante difficoltà. «La famiglia – ha sottolineato – è chiamata, sempre di più, ad un ruolo importante attraverso il cosiddetto empowerment, cioè la capacità di esprimere al proprio interno le migliori potenzialità sia nei rapporti parentali che verso l’esterno».

Il CoorDown ha auspicato, in conclusione, che queste iniziative – anche grazie al colonnello Stoppa e alle famiglie presenti in sala – non rimangano occasioni sporadiche, ma possano trasformarsi in un progetto attivo di avvicinamento sociale e solidale. «È importante infatti – ha dichiarato Silvestre – far maturare, con l’aiuto di collaborazioni internazionali, la consapevolezza che solo con la condivisione delle idee si possono costruire ponti tra i popoli e rendere più felice la vita di tante persone». (F.D.C.V.)

*Territorio della Penisola Balcanica amministrato dall’ONU, il Kosovo ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. Oggi è riconosciuto come Stato da 108 su 193 Paesi delle Nazioni Unite.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it (Federico De Cesare Viola).

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