A poco più di un anno dalla sua entrata in vigore, il servizio di trasporto romano delle persone con disabilità riceve una sonora bocciatura da parte della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), organizzazione che propone anche al Comune una concreta strategia alternativa, che permetta di arrivare a soluzioni migliori, in tempi brevi e a parità di costi per l’Amministrazione Capitolina.
L’analisi della FISH Lazio si basa sui dati relativi al 2013, anno in cui è entrata in vigore la Delibera 37/13, una delle ultime prodotte dalla precedente Giunta Alemanno, che aveva affidato direttamente – senza gara d’appalto – il servizio a Meditral, una società privata specializzata nel trasporto sanitario, la quale, a sua volta, era subentrata all’ATAC, l’Azienda per la Mobilità romana, la cui gestione si era dimostrata inefficiente ed eccessivamente onerosa.
«Quella Delibera – si legge in una nota della FISH Lazio – prevedeva che Meditral, con 85 pulmini M1 (da otto posti più l’autista) avrebbe dovuto garantire il trasporto di tutti gli utenti in carico (circa 800 persone) per le attività “fisse”, quali il lavoro, lo studio o la terapia, mentre gli spostamenti legati ad attività sociali o ricreative sarebbero stati effettuati con il servizio taxi, con un plafond mensile di 160 euro (per i residenti entro il Grande Raccordo Anulare), a disposizione per ciascuna persona con disabilità. Ebbene, il primo dato che salta all’occhio è di tipo economico: il servizio fornito da Meditral, infatti, costa più del doppio di quello dei taxi, dal momento che a fronte di una media mensile di 329 utenti che hanno usufruito dei taxi, per un totale di 3.946 utenti in un anno, un costo complessivo di 1.895.923,67 euro e un costo medio per utente di 480,44 euro, Meditral ha servito 2.592 utenti nel periodo che va da maggio a dicembre 2013 (324 al mese), con un costo totale di 2.828.830 euro e un costo medio per utente di 1.091,37 euro».
«Il servizio con i pulmini – viene poi rilevato dalla Federazione laziale – non è riuscito a coprire tutte le esigenze degli utenti. Ad oggi, infatti, dei 567 utenti che usufruiscono del servizio di trasporto per motivi legati al lavoro, allo studio o alle terapie, 417 si spostano con i mezzi di Meditral e 150 ancora con i taxi, mentre in lista d’attesa ci sono ancora 173 persone (368 se si considera anche la categoria delle attività sociali)».
Secondo la FISH Lazio, tuttavia, il problema non è solo di tipo economico. Oltre infatti alle criticità legate ai costi e all’organizzazione, sono stati segnalati molti reclami degli utenti e delle loro associazioni, legati alla qualità del servizio dei pulmini (nessuno, invece, da chi utilizza i taxi). In particolare, il maggior numero di problemi ha riguardato le persone che beneficiano del trasporto per andare sul posto di lavoro, tra le quali ben 77 sulle 289 trasportate da Meditral si sono lamentate perché il pulmino non si è presentato, perché è arrivato con forte ritardo o per il cattivo stato dei mezzi.
Per quanto riguarda invece il servizio taxi, i problemi riscontrati hanno riguardato soprattutto la gestione amministrativa (erogazione del plafond, rendiconti) e l’accessibilità per alcune specifiche categorie di disabili (sedie a ruote).
«È certamente arrivato il momento di riorganizzare il servizio – dichiara Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio – in quanto le premesse iniziali della nuova organizzazione si sono rivelate errate. Rispetto alla gestione precedente, infatti, non c’è stato risparmio e il servizio è di pessima qualità».
Rispetto all’attuale Giunta Marino, la Federazione ritiene per altro che essa abbia attuato una prima scelta corretta, con la recente istituzione di un Osservatorio sulla Mobilità, perché l’analisi dei dati e dei bisogni dell’utenza è il primo passo per un’opera di razionalizzazione che permetta la creazione di un sistema di trasporto articolato e puntuale, con risposte differenziate.
«Non si può più ragionare – sottolinea infatti Barlaam – come se esistesse una sola disabilità; le persone hanno diversi gradi di autonomia e diverse esigenze cui far fronte. Alcuni possono guidare la macchina, altri utilizzare il trasporto pubblico o spostarsi con i taxi, altri ancora hanno bisogno di pulmini».
Un ulteriore suggerimento, infine, riguarda la gestione tecnica del servizio, che non potrà più essere affidato al Dipartimento delle Politiche Sociali, ma dovrà passare a personale specializzato, identificato insieme all’Agenzia della Mobilità.
«Bisogna riorganizzare e razionalizzare – conclude il Presidente della FISH Lazio – partendo da un’analisi dei bisogni e dei flussi e dando per scontato che le risorse economiche messe a disposizione dal Comune non possono essere aumentate». (D.S.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@fishlazio.it.
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