Piccola storia di due bambini che vogliono giocare insieme, di due mamme che si danno da fare per consentirlo e di una giovane donna che ancora non sa di essere parte del racconto, anche se potrebbe fare molto per il lieto fine di esso.
Succede a Santarcangelo di Romagna, Comune di 21.000 anime in provincia di Rimini, che vide i natali, tra gli altri, di papa Clemente XIV, del poeta Tonino Guerra e del campione mondiale di boxe Loris Stecca. Qui vivono Samuele, 7 anni e Cristian, 6 anni e mezzo. Si sono conosciuti al parco, dove passano i pomeriggi con le loro mamme, Claudia e Raffaella. Cristian ha l’atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo 3, malattia genetica che lo costringe su una sedia a rotelle e che di fatto gli impedisce di usufruire dei giochi del parco.
Samuele e Cristian vogliono giocare insieme e le loro mamme non si fermano certo davanti a comunissime barriere architettoniche. Frequentano da tempo le associazioni che lavorano per i diritti delle persone con disabilità e hanno scoperto l’esistenza dei parchi inclusivi. Spazi e attrezzature che, con interventi a volte anche molto semplici, diventano alla portata di tutti. Le due amiche si mettono su internet e si accorgono che di parchi del genere, in Italia, ne sono stati realizzati più di uno. Si chiedono: perché non farlo anche a Santarcangelo? E si mettono al lavoro.
«Eravamo partite un anno fa – racconta Claudia -, avevamo scritto al Sindaco. Poi lui si è dimesso e la nostra richiesta si è fermata sul nascere». Nel giugno dello scorso anno, infatti, il Comune di Santarcangelo viene commissariato, ma le mamme non si arrendono: aspettano che si insedi il Commissario e spediscono di nuovo la proposta. Nel frattempo allestiscono una pagina su Facebook, mettono in piedi un blog e cominciano a fare sensibilizzazione sul tema.
«Installare in un parco un gioco accessibile a tutti i bimbi – si legge sul blog – non significa toglierlo a chi può correre e saltare, ma semplicemente concedere a tutti i bimbi il diritto al gioco, così come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Un gioco con pedane al posto delle scale, corrimano per aiutare i bimbi ipovedenti o chi ha problemi di equilibrio, pannelli sensoriali ad un’altezza adatta anche alle carrozzine, altalene a cesto, giostrine girevoli poste allo stesso livello del suolo…».
Sullo stesso blog si trovano anche le informazioni e i collegamenti con i parchi inclusivi realizzati in Italia. Uno dei più evoluti è quello di Fontaniva, in provincia di Padova, dove esiste anche un campo dove si può giocare a pallavolo da seduti. Poi ci sono, tra gli altri, il Parco Formentano a Milano e quello nella Zona Mandraccio del Porto Antico di Genova, entrambi nell’àmbito del progetto della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Giochiamo Tutti! e il Liberi tutti di Lissone (Monza-Brianza). E anche Jesolo (Venezia), nota località balneare, ha realizzato un parco inclusivo, all’interno del Progetto Stessi giochi stessi sorrisi, con tanto di linee guida per altre Amministrazioni che fossero intenzionate a realizzarlo.
La soluzione ideale, secondo Claudia, sarebbe quella di realizzare il parco ex novo. Acquistando i giochi adatti (sul blog ci sono anche i link alle ditte che li commercializzano) in uno spazio appropriato. Se però i Bilanci dei Comuni non lo consentono, è possibile comunque intervenire con piccoli accorgimenti e cominciare col sostituire i giochi rotti con quelli per tutti.
A Santarcangelo, intanto, il 25 maggio scorso è stato finalmente eletto il nuovo Sindaco, una giovane donna di 24 anni, che si chiama Alice Parma. A lei, c’è da giurarci, si rivolgeranno prestissimo Claudia e Raffaella, chiedendole di realizzare un parco inclusivo o di adattarne uno già esistente. «Magari quello presso il Campo della Fiera, che è centrale, molto bello e attira sempre tantissima gente». Da parte nostra, diamo il via al passaparola per arrivare in tutti i parchi e i Comuni italiani dove ci sono bambini come Samuele e Cristian.
Sarebbe bello scrivere, per questa storia, un finale simile a quello delle favole di una volta: «E giocarono tutti felici e contenti…».
Testo apparso anche in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Storia di due amici. Che non possono giocare”). Viene qui ripreso, con una serie di riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- 2011: odissea «grazie» all'INPS Da una parte le dichiarazioni soddisfatte del Presidente dell'INPS - sempre però basate su dati non veritieri od omissioni -, per il grande lavoro di controllo dell'Istituto sulle invalidità civili;…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…