Sotto assedio la forma progressiva di sclerosi multipla

Più di un milione di euro, infatti, è stato stanziato nell’àmbito del bando promosso dalla Progressive MS Alliance, organizzazione internazionale che ha chiamato a raccolta i migliori ricercatori a livello mondiale, con un obiettivo preciso: trovare terapie efficaci per la forma progressiva di sclerosi multipla, che coinvolge circa il 65% delle persone affette da questa malattia
Silvia Rossi ed Elena Cattaneo
La senatrice a vita Elena Cattaneo consegna a Silvia Rossi il quindicesimo “Premio Rita Levi Montalcini”, per le ricerche sulla sclerosi multipla

Su circa 2 milioni e 300.000 persone che convivono nel mondo con la sclerosi multipla (72.000 in Italia), più o meno il 65% è affetto da una forma progressiva della malattia le cui cause e anche gli effetti sono tuttora ignoti.
Allo scopo quindi di unire le forze di tutti, nel tentativo di dare delle risposte a chi soffre di tale forma della malattia, è nata la Progressive MS Alliance – in precedenza conosciuta come International Progressive MS Collaborative – alleanza costituita dalle Associazioni che si occupano di sclerosi multipla negli Stati Uniti, in Italia e nel Regno Unito, oltreché dalla stessa MSIF, la Federazione Internazionale Sclerosi Multipla.
Lo scopo è chiaro: accelerare il più possibile l’individuazione di terapie efficaci in grado di modificare il decorso della forma di sclerosi multipla progressiva, come avevamo già riferito a suo tempo nel nostro giornale e come ha ribadito in questi giorni a Roma, Marco Salvetti dell’Università La Sapienza di Roma, componente del Comitato Scientifico di quella stessa Alleanza, durante il congresso scientifico della FISM, la Fondazione che opera a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), evento organizzato in corrispondenza con la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla e nel cuore della Settimana Nazionale dedicata anch’essa alla malattia.

Per l’occasione Salvetti ha prodotto anche i risultati del primo bando chiuso da Progressive MS Alliance nel gennaio scorso, con lo stanziamento di 1.125.000 euro a favore appunto della ricerca sulle forme progressive della sclerosi multipla e la selezione – attualmente in corso – di quindici progetti.
«L’obiettivo – ha sottolineato il Neuroscienziato della Sapienza – è far sì che un maggior numero di buone idee venga testato in clinica e non resti nei cassetti dei ricercatori. Attualmente il numero di trial clinici di fase preliminare è troppo esiguo. Sappiamo che solo poche idee alla fine riescono a dare risultati, quindi ne dobbiamo mettere in cantiere un grande numero, per cercare di trovare le risposte che ancora non abbiamo, come nel caso della forma progressiva di sclerosi multipla».
«Trovare nuovi trattamenti per la forma progressiva della sclerosi multipla – ha poi aggiunto Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM – è un’impresa che può avere successo solo a una condizione: che tutti gli attori coinvolti cooperino. E il ruolo delle persone con sclerosi multipla è più che mai fondamentale: sia per gli scienziati, che possono perdere di vista l’obiettivo finale della loro ricerca, concentrandosi su studi a volte fini a se stessi, sia per l’industria, che tende a privilegiare gli studi in fase avanzata e quelli magari meno innovativi ma “a basso rischio”, cioè con le maggiori probabilità di portare allo sviluppo di un farmaco».

Da segnalare, infine, che sempre durante il Congresso di Roma, è stato assegnato il quindicesimo Premio Rita Levi Montalcini, destinato ai giovani ricercatori impegnati nello studio della sclerosi multipla. A conferire l’ìimportante riconoscimento alla trentottenne neuroscienzata Silvia Rossi del Policlinico Tor Vergata di Roma, è stata la senatrice a vita e a sua volta nota ricercatrice Elena Cattaneo. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

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