Hanno dai 20 ai 70 anni e alle spalle un infortunio o una malattia che ha cambiato loro la vita, i venti protagonisti del libro Fare i racCONTI con il cambiamento, che raccoglie i pensieri, i timori e le speranze di chi si scontra ogni giorno con la disabilità, la propria o quella di un familiare.
Edito dalla sede dell’INAIL di Torino Centro, il volume è stato realizzato anche grazie all’équipe multidisciplinare dell’Istituto, che attraverso interviste mirate e un laboratorio di scrittura ha dato voce a tredici uomini e sette donne di diverse nazionalità.
Due le fasi di progettazione dell’opera: prima le interviste, per conoscere le storie e poi il laboratorio, attraverso il quale la cronaca è diventata racconto, assumendo una veste più narrativa e autobiografica, grazie anche all’utilizzo dei disegni realizzati dagli stessi protagonisti.
Le interviste – rivolte alla persona infortunata, a quella affetta dalla malattia professionale e a un familiare – rientrano nella prima fase del progetto, dedicata al racconto del proprio vissuto, alle emozioni, alle paure e alle idee. Nella fase laboratoriale, invece, i testi sono stati riletti dagli operatori e discussi con i loro protagonisti.
«Il libro – racconta Alessia Congia, assistente sociale INAIL, che lo ha curato insieme a Valeria Grotto, Serena Peyron, Lucia Portis e Roberto Sciarra – è stato solo l’ultimo tassello di un percorso molto lungo. All’inizio, infatti, volevamo raccontare le storie di chi è stato vittima di un infortunio per riflettere sull’evento e sulla prevenzione. Quasi subito, però, ci siamo accorti che il percorso compiuto ci stava portando in un’altra direzione, ovvero che dalle interviste emergevano temi ricorrenti, quali l’incidente, il trauma e il cambiamento, ma anche l’intenzione di elaborare la propria esperienza attraverso il racconto. E allora abbiamo pensato: perché non creare una situazione in cui le persone possano incontrarsi tra loro e condividere le storie della loro vita? Da qui l’idea del laboratorio e la sua traduzione in concreto nella realizzazione del libro».
La realizzazione del volume ha permesso quindi di raggiungere due obiettivi: da un lato sono state assistite sotto vari aspetti le vittime di infortunio sul lavoro o malattia professionale, dall’altro è stato creato uno strumento di prevenzione mirata, per la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro. «Siamo convinti – precisa a tal proposito Congia – che i vissuti delle persone, portati all’esterno, possano coinvolgere molto di più rispetto a interventi che insistono solo sulle prescrizioni normative e sull’obbligo dell’uso dei dispositivi di sicurezza».
Fare i racCONTI conb il cambiamento, liberamente consultabile nel web, è dedicato a Mario, vero “motore” della bella esperienza, scomparso in seguito a una malattia professionale pochi giorni prima dell’inizio del laboratorio.
Dopo il successo ottenuto al recente Salone del Libro di Torino, sono ora in programma altre presentazioni, innanzitutto oggi, 4 giugno, ancora a Torino (Circolo dei Lettori, Via Bogino, ,9, ore 18), con la partecipazione (in ordine alfabetico) di Fabrizio Benintendi, presidente dell’Associazione Sportdipiù; Silvia Bruno, presidente del CIP Piemonte (Comitato Italiano Paralimpico); Tommaso Montrucchio, dirigente dell’INAIL; Silvana Mossano, giornalista; Tiziana Nasi, presidente della FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici; Aldo Pensa, direttore dell’INAIL Torino Centro; Valentina Porcellana, ricercatrice in Antropologia Culturale dell’Università di Torino; Lucia Portis, antropologa; Raffaella Silipo, giornalista.
L’appuntamento successivo, invece, sarà nel mese di settembre al Festival Nazionale dell’Autobiofgrafia di Anghiari (Arezzo). (Ufficio Stampa INAIL)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessia Congia (INAIL – Servizio Sociale), a.congia@inail.it.
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