E se in tutte le scuole i “sospesi” diventassero volontari?

di Claudio Arrigoni*
Accade già nell’hinterland milanese, dove grazie a precisi accordi, gli alunni “sospesi” dalle lezioni in alcune scuole superiori passano i giorni di assenza forzata presso l’ANFFAS Nord Milano (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), trasformando così un momento negativo in una preziosa opportunità di formazione. E se lo si facesse in tutte le scuole d’Italia?
Soci e volontari dell'ANFFAS Nord Milano
Soci e volontari dell’ANFFAS Nord Milano

Quando la punizione diventa un’opportunità! Dice Cristina, 15 anni: «Ero preoccupatissima e piena di pregiudizi. Non conoscevo il mondo della disabilità. Sono stata accolta benissimo. Durante la settimana ho aiutato ragazzi disabili in diverse attività con gli educatori: il laboratorio di musica e canto, ma anche aiutare in cucina e servire ai tavoli. Ho capito che ognuno, anche se ha una disabilità, riesce a sviluppare le risorse che possiede! Questa esperienza mi è servita tantissimo, ho potuto riflettere e mi accorgo di essere più matura e responsabile».
Le scuole hanno chiuso solo qualche giorno fa. Ci sarebbe quindi tutto il tempo per pensare e introdurre qualche bella novità a settembre. Come questa, vale a dire un’iniziativa di quelle che dovrebbero diventare consuetudine: trasformare la sospensione punitiva dalle lezioni scolastiche in attività di volontariato.

Lo ha fatto l’Istituto Eugenio Montale di Cinisello Balsamo, cintura nord di Milano, dopo avere firmato già da qualche anno una convenzione con l’ANFFAS Nord Milano (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e, d’accordo con la famiglia, gli studenti passano lì, invece che a casa o in giro, i giorni di assenza forzata dalle lezioni. In questo modo, le ragazze e i ragazzi entrano in contatto con una realtà che spesso per loro è sconosciuta.
Si parla, qui, di disabilità intellettiva e relazionale, che magari per qualcuno si riflette anche a livello fisico. «Siamo una cooperativa con circa duecentocinquanta soci. Gli studenti che arrivano ogni anno sono fra i trenta e i quaranta. Vengono seguiti dai nostri educatori e alla fine del periodo sono invitati a scrivere una breve relazione»: sono parole di Antonio Cacopardi, presidente dell’ANFFAS Nord Milano, che ha firmato la convenzione con Francesco Malaspina, preside reggente dell’Istituto Montale, scuola superiore con oltre 1.200 studenti. Anche per lui l’esperienza è molto positiva: «In questo modo – dichiara – i provvedimenti vengono ad assumere una valenza educativa. La sospensione si trasforma da “periodo morto” o perso in esperienza formativa. Si nota anche che i giovani, messi di fronte a situazioni che non avrebbero immaginato, mostrano qualità magari inaspettate».

L’impatto con la disabilità è dolce e non traumatico. Racconta un quindicenne: «Sarò sincero, ero titubante, dubbioso e un po’ timido all’idea di dover trascorrere una settimana all’ANFFAS Nord Milano. Entrando il primo giorno, sono stato accolto molto bene dai ragazzi disabili, ho capito che si apriva una “nuova realtà” da riempire con l’esperienza che avrei fatto con questi fantastici ragazzi. Non lo dico così tanto per dire, ma, forse per la prima volta, ho capito cosa vuol dire essere fortunati. In fondo io ho tutto e solo a volte mi sento felice. Alle persone che ho incontrato, invece, basta vedere i volti degli amici di sempre per trovare l’umore giusto, per vivere ogni giorno con letizia e questo è contagioso perché tutti ci sentiamo più contenti».

Sono gli insegnanti a segnalare gli studenti e a spiegare al Centro dell’ANFFAS la loro situazione. Alla conclusione del periodo la relazione viene discussa in classe. In diversi casi l’esperienza porta a un impegno anche successivo nel volontariato. «Sei o sette studenti ogni anno – spiega Cesira, una delle volontarie – ritornano da noi in altre occasioni oppure si impegnano in altri gruppi».
Dice ad esempio Irene: «Non avevo mai pensato di fare un’esperienza di volontariato, ma ora vorrei continuare. Posso assicurare che il rapporto con le persone che ho incontrato in quella settimana mi è stato molto d’aiuto, e mi ha fatto aprire gli occhi su tantissime realtà e farmi sentire anche una persona migliore».
Molto importante, poi, è il ruolo degli educatori. Dice Samuele: «Sono fantastici, hanno veramente un gran cuore. Persone stupende e sempre presenti con un sorriso, sono molto amati».

A questa prima esperienza si sono aggiunti, su iniziativa del Comune di Cinisello Balsamo, anche l’Istituto Tecnico Cartesio e il Liceo Classico, Scientifico e Linguistico Casiraghi, sempre nell’Istituto Onnicomprensivo del Parco Nord. Un enorme bacino di ragazzi e ragazze. E un momento considerato e vissuto soltanto in maniera negativa che si è trasformato in una forte opportunità di formazione. Che bello, se diventasse prassi comune e fosse esteso a ogni scuola!

Testo già apparso (con il titolo “Sospeso da scuola? Fai volontariato!”) in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it». Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

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