Ospedali Psichiatrici Giudiziari: il pallino alle Regioni

Viene guardata con favore, dal Comitato Stop OPG, la Legge approvata anche alla Camera, che ha definitivamente convertito il precedente Decreto sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. «Ma ora - si legge in una nota del Comitato stesso - quella norma va applicata bene, per scongiurare ulteriori proroghe e fuori da ogni logica manicomiale e difensiva». In tal senso, la responsabilità principale passa adesso alle Regioni
Persona ricoverata in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario, con una mano sul volto (foto in bianco e nero di Franco Guardascione)
©Franco Guardascione

Via libera, dunque, anche alla Camera, alla conversione del Decreto Legge 52/14, che è diventato la Legge 81/14 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari).
Come già era successo dopo l’approvazione del provvedimento da parte del Senato, il Comitato Stop OPG – organismo voluto da numerose organizzazioni del Terzo Settore, oltreché sindacali, che ormai da anni sta conducendo una dura battaglia per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari – dichiara il proprio favore per questo passaggio, perché, si legge in una nota a firma di Stefano Cecconi e Giovanna Del Giudice, «pur non sciogliendo i nodi giuridici che sostengono l’OPG, e in primo luogo la modifica del vecchio Codice Penale Rocco, con la definitiva abolizione del cosiddetto “doppio binario”* e dell’istituto della misura di sicurezza nell’OPG stesso, questa Legge ha certamente migliorato l’attuale normativa».

Vale a questo punto la pena ricordare le principale novità apportate dalla nuova Legge, così come vengono spiegate dagli esponenti del Comitato: «Viene innanzitutto stabilito che, di norma, debbano essere adottate dai Magistrati misure alternative all’internamento in OPG e che la “pericolosità sociale” non possa essere dichiarata, o confermata, solo perché la persona è emarginata, priva di sostegni economici o non sia stata presa in carico dai servizi sociosanitari. E ancora, vengono posti limiti precisi alle proroghe della misura di sicurezza (all’origine dei troppi “ergastoli bianchi”), stabilendo che non possano essere superiori alla durata della pena per quel reato. Infine, obbliga le Regioni a presentare entro quarantacinque giorni i progetti terapeutico-riabilitativi individuali per le internate e gli internati, consentendone le dimissioni attraverso la presa in carico da parte dei servizi sociosanitari».

La responsabilità principale, secondo Cecconi e Del Giudice, passa pertanto «alle Regioni, per andare oltre i progetti sulle REMS (Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza Sanitaria), i cosiddetti “mini OPG regionali”, per renderli quanto meno residuali, utilizzando i finanziamenti per potenziare i servizi delle ASL».
«La nuova Legge – concludono i rappresentanti del Comitato – va applicata bene, per scongiurare ulteriori proroghe, fuori da logiche manicomiali e difensive. Perciò si deve mettere al centro la persona: con una presa in carico globale da parte dei servizi pubblici, all’interno di una collaborazione e integrazione tra i Dipartimenti di Salute Mentale, i Servizi per le Dipendenze, i Servizi Sociali ecc. (che devono occuparsi di cura e non di custodia) e attivando relazioni stabili con la Magistratura, per offrire progetti terapeutico-riabilitativi individuali appropriati. È per questo che il “fronte della mobilitazione” si dovrà ora spostare nelle Regioni e nei territori e riguardare il diritto alla salute mentale di tutte e di tutti. Dal canto nostro intendiamo collaborare e contribuire all’applicazione della Legge, in particolare con l’organismo di monitoraggio e coordinamento per il superamento degli OPG che dovrà essere costituito presso il Ministero della Salute, cosicché il faticoso processo del superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari possa finalmente rientrare nei binari della Legge 180 [la “Legge Basaglia”, N.d.R.], che chiudendo i manicomi restituì dignità, diritti e speranze a tante persone e che rese migliore l’Italia». (S.B.)

*Per “doppio binario” si fa riferimento a quanto ancora contenuto nel Codice Penale del nostro Paese il quale, associando “follia” a incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, ha mantenuto in vita strutture come gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ovvero un canale “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono reati.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@stopopg.it.

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