«I conti in ordine della Sanità marchigiana, come fatto notare in questi giorni dal presidente della Regione Gian Mario Spacca, che hanno consentito di avere una premialità di ulteriori 35 milioni di euro, non consentono di dilazionare ancora le risposte alle persone non autosufficienti (persone con disabilità grave; persone affette da malattie degenerative; soggetti con disturbi mentali; anziani non autosufficienti), che necessitano di servizi sociosanitari domiciliari, diurni e residenziali. Sono infatti proprio le persone malate e non autosufficienti quelle fin qui più penalizzate in termini di offerta e di finanziamento dei servizi sociosanitari».
Lo si legge in una nota del CAT Marche, il Comitato Associazioni Tutela cui aderiscono numerose organizzazioni (se ne veda in calce l’elenco), secondo il quale, come si legge ancora nel comunicato, «da una parte la Sanità marchigiana continua in tutti i modi a non assumere le quote di propria competenza nei servizi sociosanitari, scaricando sugli utenti e sui Comuni gli oneri degli interventi, oneri così alti che spesso ne impediscono l’accesso. Dall’altra parte, essa non risponde in maniera adeguata all’offerta dei posti necessari a garantire i servizi».
In tal senso, vengono proposti anche alcuni esempi concreti: «Nell’area del sostegno alla domiciliarità e alle cure domiciliari, la Sanità della Regione non garantisce alcuna prestazione (assistenza tutelare) cui è tenuta per legge, così come non assume oneri per sostenere le famiglie (assegni di cura) nella funzione di assistenza. Per quanto poi concerne l’assistenza residenziale per anziani malati non autosufficienti e per persone con malattia di Alzheimer, essa convenziona non più del 65% dei posti (3.200 contro oltre 5.000), obbligando oltre 2.000 malati a pagare anche la quota di competenza della sanità. Infine, nei Centri Diurni per soggetti con grave disabilità o per persone con demenza, non copre la quota parte che ad essa compete, per la maggioranza delle circa 1.500 persone ospitate».
«Tutto quanto detto – è la conclusione dei rappresentanti del CAT Marche – ha pesantissime ripercussioni sulla possibilità di fruire effettivamente dei servizi da parte delle persone cui in molti casi sono addebitati oneri insostenibili, mentre investire effettivamente nell’area sociosanitaria, oltre a migliorare la qualità di vita delle persone e delle famiglie che se fanno carico, riduce, come è noto, anche la pressione sui servizi ospedalieri. Vedremo quindi, sin dai prossimi giorni, in quale direzione la Regione Marche si muoverà: se finalmente nella tutela della fasce più vulnerabili, così da garantirne l’effettiva garanzia di servizi, assicurando loro interventi di cui hanno bisogno e diritto». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteriacatmarche@gmail.com.
Al CAT delle Marche (Comitato Associazioni Tutela) aderiscono:
– AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotorofica) Ascoli Piceno
– AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) Regionale
– Alzheimer Marche
– ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali) Jesi
– ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazione hAndicappati Trasporti) Marche
– ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) Marche
– ANTEAS (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà) Jesi
– Associazione Il Mosaico
– Associazione La Crisalide
– Centro H
– Comitato Marchigiano Vita Indipendente
– Fondazione ARCA (Autismo Relazioni Cultura e Arte) di Senigallia
– Fondazione Dr. Dante Paladini di Ancona
– Gruppo Solidarietà
– Tribunale della Salute Ancona
– UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Ancona
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