Nata nel 1957 come Associazione Nazionale Invalidi per Esiti di Poliomielite, nel 1999 l’ANIEP – pur mantenendo l’acronimo come ragione di profonda radice, contrassegnata dall’attività di una figura come quella di Gianni Selleri, che di tale Associazione fu presidente per oltre quarant’anni, e delle persone con poliomielite che si battono da sempre per tutte le persone con disabilità – divenne Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati, fino a trasformarsi ulteriormente, lo scorso anno, in Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili.
Non sono invece mai cambiati gli obiettivi, per questa organizzazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), come si è ben capito anche durante la recente Assemblea Nazionale del 7 e 8 giugno, «nell’àmbito della quale – spiega la presidente nazionale Lia Fabbri – sono stati trattati temi riguardanti la grave situazione delle persone con disabilità nel nostro Paese e gli aspetti economici e sociali propri di un’Associazione che, forte del pensiero di Gianni Selleri, ha scelto da tanto tempo di non rivolgersi ad un’unica patologia, ma all’affermazione della cultura dei diritti, così difficile e diversa da Regione a Regione».
Ben volentieri, qui di seguito, diamo spazio alla Mozione conclusiva, approvata all’unanimità in tale sede. (S.B.)
I fermi richiami dell’Unione Europea su temi centrali come il lavoro e i trasporti pubblici, oltre all’assiduo, intelligente lavoro dell’Associazionismo che ci rappresenta, hanno allontanato il rischio di involuzione culturale, economica e sociale che le persone disabili hanno sofferto negli anni recenti. Inoltre, la Sentenza 3851/14 del TAR del Lazio [Tribunale Amministrativo Regionale, N.d.R.] del 9 aprile scorso ha pienamente riconosciuto ciò che da tempo avevamo sostenuto, in quanto l’operato dell’INPS nelle “verifiche straordinarie” è emerso pienamente come un’operazione che ha creato artificiosamente “falsi invalidi”. Secondo quella storica Sentenza, infatti, le modalità che l’INPS ha usato sono state «illegittime e lesive dei diritti delle vere persone con disabilità», così da aumentare il numero delle revoche all’insegna di un numero di “falsi invalidi” volutamente elevato, a difesa di un’operazione moralmente e socialmente riprovevole.
Questo stato di cose necessita ora di un intervento chiarificatore del Governo, non soltanto in merito ai comportamenti dell’INPS, ma anche e soprattutto sul sistema di accertamento dell’invalidità civile, dello stato di gravità e di handicap. Ora non deve più tardare la riforma che era già stata prevista nel Programma di Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità dello scorso anno, mentre rimane l’amarezza di un generalizzato silenzio della maggior parte dei giornali sulla Sentenza del TAR laziale e l’impossibilità di sanare le ingiustizie subite. Chi risarcirà, infatti, i danni alle persone tormentate e umiliate da controlli illegittimi? E quanto tempo ancora dovrà passare per superare l’offesa all’immagine sociale delle persone con disabilità attuata da quelle campagne persecutorie?
L’ANIEP chiede quindi di revocare la previsione di ulteriori 450.000 “controlli” da effettuarsi entro il 2015, secondo la Legge 228/12 (Legge di Stabilità per il 2013), per non infierire ancora sulle persone veramente disabili.
In questo contesto che fa giustizia almeno della realtà dei fatti è migliorata indubbiamente la comunicazione (nonostante la persistente ignoranza di molti giornalisti e “opinionisti” sui generis), ma la situazione attuale delle persone con disabilità permane, purtroppo, gravissima.
Ad oggi un regionalismo sprecone crea differenze macroscopiche fra i cittadini italiani, mentre il duro impoverimento delle famiglie che devono sostenere un disabile, la rarefazione dei servizi, il disagio continuo per il mancato rispetto delle norme e dei diritti rimangono i segni peculiari di un Paese che stenta a trovare la strada per una vera giustizia sociale, per un welfare intelligente.
La possibilità di scelta di Vita Indipendente, la lotta contro l’istituzionalizzazione, l’inclusione scolastica, il lavoro, il diritto alla mobilità, la sicurezza dei LEA e dei LIVEAS [rispettivamente Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria e Livelli Essenziali di Assistenza Sociale, N.d.R.], l’emanazione di un Nomenclatore Tariffario moderno, il sostegno alla riabilitazione come unico mezzo per prolungare l’autonomia residua rimangono ancora temi che attendono necessari interventi operativi concreti, che rispondano a quelle caratteristiche di efficacia e tempismo con cui il Governo attuale promette di agire.
Permangono incertezze anche nei confronti dei provvedimenti più recenti, come il Decreto Legge 66/14 (Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale), molto noto e discusso per gli 80 euro mensili destinati ai lavoratori dipendenti con un reddito annuo inferiore ai 24.000 euro, un Decreto che – pur esprimendo novità positive – prevede anche ampie ma generiche restrizioni per le Istituzioni locali, che potrebbero peggiorare ulteriormente l’erogazione dei servizi per le persone disabili, a volte privati totalmente di tali servizi preziosi, a volte costretti ad accettare prestazioni di cooperative potenti, che possono anche tradursi in disservizi gravi contro i quali non vi è, in effetti, alcuna possibilità di difesa.
L’ANIEP, come parte integrante della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ne ha approvato la Mozione Generale del Congresso Nazionale 2014, e la ripropone con convinzione.
In particolare l’ANIEP chiede l’attuazione veloce degli impegni assunti nel citato Programma di Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità e un disegno a medio e lungo termine che realizzi una maggiore giustizia sociale, con politiche rivolte al rispetto dei diritti delle persone meno garantite, superando finalmente anche la differenza di trattamento fra Associazioni da parte governativa, situazione ingiusta, che lede la libertà delle persone disabili di scegliere l’Associazione di riferimento.
L’ANIEP, infine, segnala e lamenta che procedure farraginose e commissioni non specifiche sono responsabili di disagi e lungaggini nell’ottenimento e nel rinnovo della patente di guida, particolarmente importante per l’autonomia delle persone disabili, anche a causa dell’inadeguatezza dei mezzi pubblici, così come stigmatizzato duramente dalla stessa Unione Europa.
A livello nazionale e attraverso le sue Sezioni territoriali l’ANIEP riconferma l’impegno di Ragione e di Giustizia al fine di rendere reale il messaggio che proviene dal motto internazionale dell’Associazionismo delle persone disabili: Nulla su di Noi senza di Noi!.