Proprio nei giorni scorsi, si sono ultimate le prove degli esami di maturità che hanno interessato circa 470.000 ragazzi poco più che maggiorenni. La fine del regolare ciclo di studi coincide, con certezza assoluta, anche con la conclusione di un’importante e fondamentale parentesi di vita che, tra l’altro, invita a crescere e a fare delle scelte appropriate che terranno conto delle capacità e delle attitudini di ognuno. Ma proprio tutti hanno la possibilità di scegliere? Proprio tutti hanno acquisito la giusta consapevolezza e le capacità appropriate che permetteranno loro di orientare il proprio cammino e rispondere alla fatidica domanda: «Cosa farò da grande?».
Per un ragazzo con autismo, ad esempio, cosa significa la fine della scuola? Quale futuro lo aspetta? Quali per lui le aspettative? E quali le prerogative che gli possano garantire una vita sociale integrata e soddisfacente?
Un ragazzo con autismo, infatti, non è in grado di concepire il tempo come un fattore di crescita o come un inesorabile susseguirsi di fatti; non è neppure in possesso della capacità di orientarsi e di inquadrare gli avvenimenti futuri che interessano la propria persona e per questo non riuscirà mai a programmare il suo domani.
Qual è dunque l’alternativa? Cosa possono offrire la famiglia, gli enti, le istituzioni, la società in generale a questi ragazzi? Chi si farà carico dei loro bisogni, delle loro necessità? Chi saprà leggere in loro le particolarità, le attitudini, le preferenze?
Come genitori della Fondazione Il Domani dell’Autismo e dell’ANGSA della Spezia (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), forse una risposta a tutte queste domande l’abbiamo trovata.
Cercando infatti la “strada giusta” per i tanti quesiti inerenti il futuro dei nostri figli e analizzando il loro percorso sino ad oggi, abbiamo visto come molti di loro dimostrassero particolari capacità e abilità nelle attività manuali legate alla ristorazione, capacità che erano emerse nel corso di alcuni progetti avviati insieme alla Provincia spezzina (Progetto Puzzle, 2012) e con l’Istituto di Formazione Isforcoop (Progetto Accanto, 2012, 2013 e 2014).
Ci siamo pertanto chiesti come avremmo potuto incanalare gli ottimi risultati conseguiti in questi anni da alcuni dei nostri ragazzi in un’esperienza sociale, occupazionale e quindi di vita e guardando attorno a noi, abbiamo avviato un’ importante collaborazione con l’Istituto Alberghiero G. Casini della Spezia.
Il nuovo progetto è stato presentato alla Preside dell’Istituto stesso, che lo ha accolto con molto entusiasmo, permettendoci di accedere ai corsi serali di cucina e di sala. L’attività progettuale si è rivolta a quattro ragazzi con autismo, che hanno terminato il loro normale ciclo di studi.
Questa particolare cooperazione tra Scuola, Fondazione e Associazione ha dunque permesso – e permetterà – ad alcuni ragazzi con autismo di poter continuare il proprio percorso di crescita all’interno dell’ambiente scolastico, per loro così importante e ricco di stimoli.
Per un giovane con autismo, infatti, la scuola rappresenta un indispensabile modello adattivo in cui imparare a comportarsi, a interagire, ad offrire il proprio contributo e ad aprirsi al mondo. E quando poi la scuola, oltre ad insegnare, abilita – come nel nostro caso – può rappresentare una tappa obbligata che concorra senza dubbio al miglioramento della qualità della vita dei ragazzi con autismo.
Durante l’anno scolastico, quindi, i successi sono stati realmente “insperati”, con i risultati che hanno superato le attese, cosicché ad aprile i professori ci hanno comunicato che i ragazzi potevano tornare anche per il prossimo anno scolastico!
In questo caso, dunque, la scuola ha assolto all’importante compito di “ponte simbolico” tra l’adolescenza e l’età adulta, tra il mondo dell’incerto e quello della consapevolezza, rendendo visibile ai nostri occhi di genitori ciò che è giusto per i nostri figli. Siamo infatti noi genitori che – supportati dalla scuola e grazie all’impegno, alla ricerca e alla capacità di saper leggere i messaggi non sempre manifesti che i nostri figli ci inviano – possiamo riconoscerne le effettive capacità, i bisogni e soprattutto cosa li renda sereni e felici.
Ora la scuola è terminata anche per loro (riprenderà tra qualche mese), ma grazie all’esperienza acquisita nel corso dell’anno scolastico, i ragazzi sono stati bene accolti da due imprese spezzine che si occupano di ristorazione (Ristorante Trattoria all’Inferno e Bar Distrò), cui attualmente stanno offrendo il loro fattivo contributo. E questo particolare esempio di inserimento occupazionale non si sarebbe concretizzato senza un valido supporto e sostegno “educativo-formativo” da parte della scuola e di tutto il personale che, con particolare dedizione, ha contribuito a porre le basi per un futuro un po’ meno incerto per i nostri ragazzi.
Il nostro progetto ci ha dato inoltre la possibilità di far conoscere nuove realtà nelle quali – grazie alla collaborazione della scuola e delle imprese che ci hanno benevolmente accolto – i nostri figli hanno avuto modo di crescere, di aumentare la propria autostima e di sentirsi parte integrante della comunità.
Ai ragazzi vengono affidati, sempre più spesso, specifici compiti che eseguono con precisione e pazienza. Pian piano stanno cercando di mettere in pratica tutti gli insegnamenti che i docenti dell’Istituto Alberghiero hanno impartito loro durante le lezioni. Approntare gli ingredienti per cucinare le pietanze, preoccuparsi della pulizia della cucina e dei locali adibiti alla sala, preparare i tavoli, servire e sparecchiare, sono diventate oramai tutte attività di routine alle quali adempiono con precisione e con una volontà inaspettata.
I risultati che si stanno ottenendo con questo progetto talvolta hanno quasi dell’incredibile e anche noi genitori rimaniamo spesso piacevolmente sorpresi nello scoprire capacità dei nostri figli che neppure immaginavamo potessero mai svelare.
Tutto questo, quindi, deve farci riflettere e farci dire che «nulla si perde se noi continuiamo ad averne cura», anzi, in molti casi, tante loro attitudini – se ben coltivate – possono diventare veri e propri mestieri in cui specializzarsi e costituire una ragione di vita. E siamo convinti che gli inserimenti lavorativi che mediante questi progetti proponiamo ai nostri figli diverranno per loro una fonte di sostentamento, di crescita personale e di equilibrio.
Non siamo a conoscenza se in Italia vi siano forme di collaborazione come quella sperimentata nella nostra città, che vede coinvolti Scuola – Associazioni/Fondazioni di Soggetti con Autismo – Imprese locali, e per questo varrebbe la pena di soffermarsi ad affrontare questo argomento e capire i benefìci che una tale struttura potrebbe offrire a tutti noi.
Se perciò iniziative come la nostra sono già diventate una realtà o se vi sia, da parte di qualche ONLUS, la volontà di intraprendere “viaggi” analoghi a questi, saremo lieti di conoscerle, insieme al punto di vista di chi le ha promosse, per migliorare e definire al meglio tutti gli aspetti che compongono l’intero progetto di vita per i nostri figli.
Presidente della Fondazione Il Domani dell’Autismo e dell’ANGSA della Spezia (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
segreteria@fondazioneildomanidellautismo.it.
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