«Càpita, a volte càpita», dice una famosa canzone. Ebbene, càpita che una ragazza nata con la sindrome di Down dimostri, nel suo percorso scolastico, una propensione per lo studio delle lingue. Càpita che incontri insegnanti di sostegno laureate in lingue, brave a supportare questa sua inclinazione. Càpita che conclusa la scuola media inferiore con l’indicazione di proseguire gli studi in un liceo linguistico, lei decida di farlo davvero e dopo cinque anni di duro lavoro e un Esame di Stato sul “libero arbitrio” esercitato dalle donne nelle principali letterature europee, la stessa ragazza legga “100 e lode” sulla bacheca scolastica.
Càpita sì, ma non per caso. Mariangela Lerario è una ragazza di 19 anni, “dolce e sensibile”, come la definiscono in tanti – specie quelli che parlano per stereotipi -, ma soprattutto tenace e determinata, tanto da essere stata inserita nella Sezione A del Liceo Linguistico Giulio Cesare di Bari, dove i suoi compagni, i suoi meravigliosi compagni – come lei stessa li definisce -, hanno conseguito il doppio diploma (italiano e francese), nell’àmbito del Progetto ESABAC [Esame di Stato e Baccalauréat, N.d.R.] di collaborazione tra i Ministeri dell’Istruzione italiano e francese.
Mariangela ha frequentato i loro stessi corsi e le loro stesse lezioni, ma con un programma “differenziato” che ne ha rispettato i tempi e valorizzato – non mortificato, come pensano tanti genitori – le capacità. Così ha potuto seguire le lezioni sugli stessi testi utilizzati dai compagni mediante un lavoro di supporto di tutti i docenti di classe, con opportune strategie di insegnamento che si sono aggiunte all’importante lavoro di mediazione nel gruppo classe, svolto dall’insegnante di sostegno.
Mariangela ha anche partecipato a tutti i viaggi di istruzione all’estero organizzati dalla sua scuola, conseguendo attestazioni per le competenze linguistiche raggiunte, persino in realtà scolastiche come la Francia e la Gran Bretagna, dove l’inclusione degli alunni con disabilità è ancora lontana dal realizzarsi.
A questo prezioso risultato hanno contribuito sicuramente tutti i professionisti del Liceo Linguistico Giulio Cesare di Bari, a cominciare dal dirigente Antonio Aulenta, che ha creduto nelle capacità di Mariangela e le ha sempre dimostrato fiducia. Ma sicuramente un peso determinante hanno avuto le esperienze da lei maturate all’interno dei percorsi di autonomia dell’AIPD di Bari, la Sezione locale dell’Associazione Italiana Persone Down che la segue dall’età di 12 anni. È infatti qui che è stata guidata a sviluppare quel giusto senso di autostima, indispensabile per affrontare qualsiasi esperienza di vita.
A chi chiede a Mariangela cosa farà ora, lei risponde, con grande senso di maturità, «devo completare le mie tappe», nella consapevolezza che ha ancora tanta strada da fare sul sentiero di quell’autonomia realisticamente possibile da realizzare per ciascun giovane con la sindrome di Down.
E tra le “tappe” già raggiunte da Mariangela, vi è un amore stabile con Nicola, anche lui con sindrome di Down, che lavora da otto anni in uno dei McDonald’s della Provincia di Bari, grazie al Servizio di Inserimento Lavorativo dell’AIPD di Bari.
Poi c’è l’amicizia sincera, senza pietismi, delle scuole di ballo che frequenta a Bari e quella dei suoi compagni scout del gruppo AGESCI di Palo del Colle, dove vive con la sua famiglia.
Il prossimo impegno di Mariangela sarà infatti quello di partecipare in agosto alla Route Nazionale AGESCI 2014 a San Rossore, in Toscana, dove tra tende e sacchi a pelo avrà anche l’opportunità di salutare Papa Francesco. Conoscendola, siamo sicuri che lo saluterà sfoderando un saluto nella sua lingua preferita, lo spagnolo.
Presidente dell’AIPD di Bari (Associazione Italiana Persone Down).
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