La FISH in prima linea sul diritto al lavoro

È solo il primo, l’esposto presentato al Tribunale Penale di Roma dalla FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per chiedere di far luce sulle responsabilità dell’insostenibile situazione riguardante il lavoro delle persone con disabilità nel nostro Paese, a un anno dalla condanna della Corte di Giustizia Europea su tale materia. Analoghe iniziative, infatti, verranno promosse dalla Federazione anche nelle altre Regioni italiane

Giovane uomo in carrozzina al lavoro alla scrivaniaAd un anno dalla clamorosa Sentenza prodotta dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che aveva sonoramente bocciato il nostro Paese, stabilendo che esso non aveva «adottato tutte le misure necessarie per garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro e la invita a porre rimedio a questa situazione al più presto», «nulla era cambiato», aveva dichiarato qualche settimana fa Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aggiungendo anzi che, «se possibile, le cose sono peggiorate. Se analizzassimo infatti i dati più recenti, vedremmo che, anche alla luce della crisi tuttora in corso, essi sarebbero peggiori di quelli dello scorso anno. In un quadro, infatti, di disoccupazione che non accenna a calare, la forbice si allarga ulteriormente per i lavoratori con disabilità».

Su tale situazione, ha adottato ora una dura iniziativa la FISH Lazio, presentando un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale Penale di Roma, nel quale viene denunciato formalmente questo «stato di grave illegittimità».
«La crisi economica che ha colpito il nostro Paese – si legge a tal proposito in una nota diffusa dalla Federazione laziale -, sembra essere particolarmente severa soprattutto per i soggetti fragili. Accanto infatti alle difficoltà di tipo economico, si aggiungono una serie di “inconvenienti” che si sostanziano in un blocco delle assunzioni delle persone con disabilità. Nell’ultimo anno, tra l’altro, si sono susseguite diverse interpretazioni circa il blocco delle assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni, creando di fatto piccole paralisi nell’adempimento a quanto prescritto dalla Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.]».
«È semplicemente inaccettabile – secondo Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio – che il diritto al lavoro delle persone con disabilità possa essere uno strumento per il risparmio della spesa pubblica; spesso, infatti, le imprese e le amministrazioni pubbliche utilizzano il sistema delle convenzioni con i Centri per l’Impiego per la diluizione nel tempo delle assunzioni. Se a ciò si aggiunge un quadro normativo confuso, la situazione appare ancora più disastrosa di un anno fa».

L’intera FISH del resto, dopo l’azione promossa dalla componente laziale di essa, ha in programma la presentazione di analoghi esposti nelle varie Regioni italiane, affinché venga fatta luce con chiarezza sulle responsabilità di una situazione insostenibile.
In questo senso, Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Federazione, dichiara che «la FISH è in prima linea sul diritto all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Il lavoro restituisce dignità a tutti e in particolare favorisce anche una minore spesa assistenziale, fornendo nel tempo alle persone disabili opportunità di autonomia e indipendenza altrimenti impossibili».

È disponibile il testo dell’esposto presentato dalla FISH Lazio. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa.lazio@fishonlus.it.

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