Più controlli, ma soprattutto Progetti Personalizzati di Vita

«Certo, servono nuovi strumenti di controllo - dichiarano i rappresentanti dell'ANFFAS Nazionale e delle Marche, dopo l'arresto di alcuni operatori di una struttura di Grottammare (Ascoli Piceno), per le violenze perpetrate nei confronti di persone con autismo - ma situazioni simili potrebbero sicuramente essere evitate, se a tutte le persone con disabilità fosse garantito un Progetto Personalizzato di Vita»

Dito puntato verso l'obiettivo della macchina fotograficaL’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), insieme all’ANFFAS Marche e alla Sezione di Grottammare (Ascoli Piceno) dell’Associazione, esprime «una nuova e pesante condanna per quanto accaduto nella struttura socio educativa e riabilitativa “Casa di Alice” di Grottammare, in cui sono state portate alla luce dalle Forze dell’Ordine numerose e ripetute violenze su ospiti con autismo, compreso l’uso sistematico di mezzi di contenzione come la stanza di contenimento». Questo, si aggiunge, «senza per altro voler entrare nel merito di dettagli e responsabilità che saranno certamente chiariti dagli organi competenti».

Si tratta di «fatti gravissimi – dichiarano congiuntamente i rappresentanti delle Associazioni – e nonostante sia importante non generalizzare e non strumentalizzare quanto accaduto, poiché vi sono moltissimi operatori professionali, impegnati e rispettosi delle persone con disabilità, che mai metterebbero in atto comportamenti del genere, rimaniamo convinti che sia necessario e importante promuovere nuovi strumenti di controllo all’interno dei servizi, come ad esempio l’uso delle telecamere di sorveglianza, cosa che ad oggi, per motivi legati alla privacy, non è possibile effettuare, anche se è stato proprio grazie alle riprese video che si è potuta avere una prova certa di quanto stava accadendo e procedere al fermo degli operatori».

«Situazioni simili – concludono dall’ANFFAS, ribadendo un concetto già più volte espresso in questi anni – potrebbero sicuramente essere evitate, se a tutte le persone con disabilità fosse garantito un Progetto Personalizzato di Vita, il solo strumento valido per consentire a chi ha una disabilità di essere pienamente incluso nella società e di poter vivere in modo il più possibile autonomo e con una qualità che invece, purtroppo, ancora non è assicurata, nonostante sia un diritto». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

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