Gli Obiettivi di Sviluppo post-2015 e la disabilità

di Angelo D. Marra*
«Nella versione 2000-2015 degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite - scrive Angelo D. Marra -, la condizione delle persone con disabilità era “invisibile”. E tuttavia, in vista degli Obiettivi post-2015, essendo anche nel frattempo intervenuta nel panorama internazionale la Convenzione ONU del 2006, la disabilità dovrà acquisire maggiore evidenza e attenzione. Come? Il dibattito è aperto»
Sullo sfondo omini di molti colori, in primo piano omino rosso in carrozzina. Immagine che rappresenta la discriminazione delle persone con disabilità
«Lo sviluppo umano – scrive Angelo D. Marra – non può ignorare che anche la disabilità è una situazione trasversale e che non è possibile parlarne senza politiche inclusive che tengano conto anche delle novità introdotte nel 2006 dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità»

Individuati dalle Nazioni Unite nel 2000, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Development Millennium Goals) dovevano originariamente essere raggiunti nel 2015. Con l’approssimarsi, però, di quel termine, e alla luce della riuscita solo parziale della politica di sviluppo in questi quindici anni, si cercano ora di immaginare le azioni per il post-2015.
Gli Obiettivi del Millennio costituiscono il quadro di riferimento per le politiche di sviluppo internazionali e sono importanti perché gli aiuti economici della Banca Mondiale – e dunque le politiche internazionali e nazionali, soprattutto in campo di cooperazione allo sviluppo – devono essere coerenti con essi.
Nella prima versione – quella appunto del periodo 2000-2015 – la condizione delle persone con disabilità era “invisibile”. Per ciò che riguarda invece il nuovo assetto post-2015, essendo anche nel frattempo intervenuta nel panorama internazionale la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, la disabilità acquisisce maggiore evidenza e attenzione.
Alla questione di genere, del resto, è già riconosciuta un’importanza preminente come Cross-Cutting Issue (“problema o questione trasversale”) e sebbene ciò non avvenga ancora per la disabilità, all’interno della strategia post-2015 c’è spazio per la realizzazione dei diritti umani delle persone con disabilità, riconosciuti ora formalmente dalla Convenzione del 2006.
Perciò, proprio per porre rimedio alla scarsa visibilità del tema all’interno della strategia e per rendere coerenti i nuovi Obiettivi di Sviluppo con la realizzazione della Convenzione stessa, le Nazioni Unite hanno cominciato a occuparsene.
Lo sviluppo umano, infatti, non può ignorare che anche la disabilità è – al pari della questione di genere – una situazione trasversale e che non è possibile parlarne senza politiche inclusive che tengano conto anche delle novità introdotte nel 2006.
Per capire dunque come meglio implementare la Convenzione negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio post-2015, il dibattito è aperto.

Avvocato. Dottore di Ricerca in Diritto Civile.

Per approfondire il tema dell’implementazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio post-2015, l’Autore della presente nota suggerisce di accedere al portale dell’ONU e di consultare quanto concerne l’High-level meeting of the General Assembly on disability and development (23 settembre 2013).

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