Così come incerta e tribolata è questa estate meteorologica, altrettanto si può dire dell’estate sociale e finanziaria delle persone con disabilità. Infatti, nel fosco quadro politico nazionale, dominato da continui annunci di tagli di spesa, voci di nuove imposte e crescenti preoccupazioni per il settore pensionistico e per quello sanitario, si fa strada la sinistra ipotesi che debbano essere proprio le persone con disabilità a sopportare ancora una volta i peggiori aspetti delle tanto spesso annunciate riforme. Il timore, insomma, e che ci tolgano molto fingendo di darci poco!
Innanzitutto la mancata definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria (LEA) e di quelli di Assistenza Sociale (LIVEAS) impedisce il riferimento a parametri sicuri. E d’altra parte una loro approvazione di questi tempi potrebbe contenere un forte ridimensionamento delle prestazioni ritenute essenziali, un allineamento al ribasso.
Il rischio maggiore, poi, è rappresentato a ben vedere proprio dalle novità: può suonare blasfemo dire ciò in un Paese “immobile”, ma temiamo sia vero. Se venisse infatti riconosciuto il ruolo importantissimo dei caregiver, gli assistenti di cura – anche se è di luglio la loro prima sconfitta giudiziaria a Milano – si farebbe un passo avanti sotto il profilo normativo, ma temiamo fortemente che dietro al riconoscimento ad esempio del loro diritto pensionistico, si assisterebbe a una marcata riduzione di molte altre prestazioni assistenziali. In parole povere: diamo qualche euro (domani) di pensione e togliamo (oggi) molti preziosi e costosi servizi.
Così la lodevole iniziativa sul cosiddetto “dopo di noi”, con il Parlamento che finalmente scopre il problema, lo esamina, unifica le varie Proposte di Legge. Tutto bene, tutto bello, ma dove si prenderanno i soldi? Da una piccola fettina del 5 per mille? Dalle assicurazioni private? (e chi ne pagherebbe i premi?).
La mannaia dell’ISEE, il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente richiesto per l’accesso agevolato alle prestazioni sociali, e soprattutto quella del suo regolamento applicativo, resta infine la “madre di tutti i timori”: circolano le più strane voci, alcune persino benevole, il che è assai strano, dati i tempi.
Purtroppo rimane ben chiaro il concetto informativo di tutti i provvedimenti di questi mesi, tranne naturalmente di quelli che riguardano direttamente gli interessi economici e di status di chi li emana: abbondare in belle parole e in sacri princìpi per toglier soldi dalle tasche ahimè gia vuote dei cittadini. E soprattutto di quelli con disabilità. Siamo pessimisti ? No, realisti.
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