Non ci può essere disabilità e disabilità

«I posti sono riservati solo a portatori di handicap non vedenti, ipovedenti e con carrozzina»: con questa motivazione la Curia di Caserta ha rifiutato a una bambina il pass per accedere alla zona riservata, in occasione della recente visita di Papa Francesco nella città campana, nonostante la rilevante disabilità neurologica di quella bimba. Si saprà rimediare all’evidente discriminazione, magari usando un po’ più di buon senso?
Realizzazione grafica dedicata alla discriminazione
Realizzazione grafica dedicata alla discriminazione

«I posti sono riservati solo a portatori di handicap non vedenti, ipovedenti e con carrozzina»: con questa motivazione la Curia di Caserta ha rifiutato il pass per accedere alla zona riservata a una bambina con disabilità di 5 anni, in occasione della visita di Papa Francesco nella città campana, avvenuta nel luglio scorso. Eppure nel certificato di invalidità di quella bimba si parla testualmente di «minore invalido con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita. Disabilità rilevante: mentale, neurologica».

La denuncia, segnalataci da Federhand/FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), è arrivata dalla madre della piccola, che ha scritto a tal proposito una lettera alla testata «Noi Caserta», spiegando anche che dalla Curia le è stato suggerito di «chiedere un biglietto riservato alle parrocchie, e quindi di stare tra la folla e chissà da che ora: ma vi immaginate una bimba in queste condizioni là in mezzo? Credo proprio di no, solo chi ci vive quotidianamente può capirlo, e per questo di solito sono previste agevolazioni almeno in queste occasioni particolari».
«Dopo varie insistenze – prosegue la lettera – mi hanno detto che i posti erano terminati. Vero o falso ormai non mi interessa. Credo e spero che ci saranno altre occasioni, forse non qua, ma ho provato tanta rabbia. Proprio la Chiesa che dovrebbe accogliere, allontana. E certo con questo comportamento vengono sconfessate le belle parole del nostro amato Papa Francesco che sicuramente non sarebbe contento».
«I rappresentanti della Chiesa casertana – conclude la madre della bimba – risponderanno “disposizioni da Roma”, ma nelle condizioni della mia piccola e di tanti bimbi con la sua patologia e per tutti gli altri non ci sono disposizioni che tengano! Usate il buon senso, uomini della Chiesa di Caserta e riflettete sul vostro operato. Da questa storia abbiamo capito che ci sono disabili di serie A e disabili di serie B».

Sul fatto, Federhand/FISH Campania – come rende noto il presidente Daniele Romano – ha già inviato un proprio messaggio sia alla Curia di Caserta che a un’organizzazione impegnata a fianco della Chiesa, come l’Unitalsi, aderente anch’essa, tra l’altro, alla FISH. Se ne attendono risposte positive, questa volta all’insegna del buon senso, che possano rimediare a tale indubbia discriminazione, evitando che fatti del genere si ripetano in futuro. (S.B.)

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