Quella struttura agrituristica deve nascere quanto prima!

Una struttura agrituristica unica, gestita da persone con disabilità e che ne potrà anche occupare molte, un’iniziativa importante, sia dal punto di vista sociale, che lavorativo e ambientale, accolta con interesse da vertici europei, statali e dall’Ente Locale. E nonostante ciò, la storia del Progetto “Spazio Senza Limiti”, alle pendici dell’Appennino Emiliano, è l’ennesima vicenda italiana di dinieghi, ostacoli e burocrazia, che va sbloccata quanto prima
Zocca (Modena)
Un’immagine di Zocca, in provincia di Modena, nella cui comunità dovrebbe sorgere la nuova struttura agrituristica

«L’idea è ambiziosa e bellissima. È una storia di un valore unico, che andrebbe supportata con forza»: fermiamoci per il momento alle parole di Pietro Balugani, sindaco di Zocca, in provincia di Modena, centro ben noto anche per avere dato i natali a Vasco Rossi.
Di che cosa parla il sindaco Balugani? Lo ha ben spiegato Francesco Dondi, in un articolo pubblicato qualche mese fa dalla «Gazzetta di Modena»: «Immaginate un crinale coltivato, con alberi da frutto rigogliosi, con un immenso parco fotovoltaico che alimenta le attrezzature, ma soprattutto tra i 20 e i 30 ragazzi disabili impegnati nel lavoro. Aggiungeteci anche uno straordinario sistema di tapis roulant, elevatori e anche un trenino speciale che trasporti i giovani all’interno dei circa dieci ettari di terreno. Bene, questo è il sogno di 20 persone disabili che hanno messo cuore, idee e soldi (tanti) a disposizione di un progetto innovativo, accolto con interesse dai vertici europei e statali».
Appunto, «accolto con interesse», come scrive Dondi, «da vertici europei e statali» e, come visto, entusiasticamente anche dall’Ente Locale nella cui comunità quella struttura dovrebbe sorgere, esattamente sulle pendici della Valle Samoggia, ricadenti nel pieno Appennino Emiliano.

Stiamo dunque presentando il “racconto di un’eccellenza realizzata”? Niente affatto, questa, invece, è l’ennesima storia ai limiti del grottesco di dinieghi e ostacoli frapposti nel nostro Paese a un’iniziativa quanto mai interessante sia dal punto di vista sociale, che lavorativo e ambientale. Come ha scritto infatti Dondi, il progetto, che si chiama Spazio Senza Limiti, «da oltre tre anni resta bloccato a causa dei soliti intoppi burocratici. Anzi, il sogno è qualcosa di troppo aleatorio per essere paragonato al ricco faldone che ha già passato il vaglio di Provincia, Comune e ASL, che ormai è in dirittura d’arrivo con la Sovrintendenza Paesaggistica, ma che finisce nell’imbuto di Hera», ovvero di quella che è la multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici, con sede a Bologna.
In sostanza, mentre quest’ultima «da un lato dà parere favorevole al piano, dall’altro però lo blocca sul nascere in quanto continua a rinviare lo smantellamento dei pali e dei cavi elettrici necessari a “bonificare” l’area, creando quindi lo spazio per gli 898 pannelli fotovoltaici. Il tutto pur avendo già incassato un acconto sul dispendioso preventivo accettato dal gruppo di disabili».

«È dal 2010 che ci lavoriamo – ha raccontato alla “Gazzetta di Modena” Carla Bogni, designer di prodotti elettrici, persona affetta da sclerosi multipla-. Ci abbiamo messo soldi, più o meno già 1,7 milioni, ma ci siamo bloccati per quei cavi elettrici. Sono arrabbiata, certo, anche perché l’idea dell’agriturismo per disabili ha trovato apprezzamenti un po’ ovunque. Non mi va di farmi prendere in giro dai tecnici. È anche una battaglia per la dignità». E aggiunge: «Il progetto del parco fotovoltaico ha passato tutti i controlli, ora basta, mi sto stancando. Torno ai soldi perché la questione etica è lampante: ci stanno facendo perdere tempo, qualcuno dei finanziatori è già morto, abbiamo messo tutto noi stessi in questa idea, ci stanno distruggendo un sogno».
Nulla di nuovo, a quanto ci risulta, è accaduto da quell’articolo di aprile della «Gazzetta di Modena», tranne ulteriori richieste di adempimenti – e lavori -, che, secondo il Gruppo Hera, dovrebbe essere proprio la Società Semplice Spazio Senza Limiti a dover svolgere, ciò che viene recisamente negato da Carla Bogni, documenti alla mano.

Dovrà dunque restare solo un bel sogno questa struttura agrituristica ecosostenibile, che darebbe lavoro e autonomia a numerose persone con disabilità? E i tanti fondi già impegnati? L’augurio, a questo punto, è che anche la presente nota possa contribuire a sbloccare la situazione, da parte di chi – oltre a «ribadire la propria completa adesione morale ad un progetto così ambizioso e potenzialmente utile per migliorare la qualità della vita di tante persone», come ha scritto in una lettera il Direttore del Gruppo Hera a Carla Bogni – dovrebbe anche far seguire quanto prima atti concreti e chiarificatori.
Da parte nostra, naturalmente, continueremo a seguire la vicenda e a riferirne gli sviluppi ai Lettori. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti, contattare Carla Bogni (carla.bogni@fastwebnet.it), che mette anche a disposizione tutta la documentazione riguardante la vicenda di cui si parla nella presente nota.

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