Anche in spiaggia: poco per molti o molto per pochi?

di Giorgio Genta
«Personalmente - scrive Giorgio Genta, parlando di carrozzine da mare, che consentano alle persone con disabilità motoria di accedere alla spiaggia e di fare il bagno - ritengo che un Comune, piccolo o grande che sia, dovrebbe tutelare il buon diritto delle persone con disabilità, rispettando in tal modo le varie leggi vigenti, facendo rientrare una “seria” carrozzina da mare tra le attrezzature obbligatorie per gli stabilimenti balneari»
Silvia Genta nel 2012 sulla spiaggia di Loano
Una giovane bagnante con disabilità davanti ad alcuni diversi tipi di carrozzine da mare

A riprova che non vi è alcuna differenza tra persone con o senza disabilità vorrei riproporre l’eterno quesito: è meglio fare molto per pochi o poco per molti?
Secondo i politici – e non solo quelli del nostro Paese – è certamente meglio fare poco per molti: vi è infatti maggior guadagno elettorale a fare avere un euro (un servizio, uno sconto, la promessa di qualcosa che vale un euro…) a un milione di cittadini che non 1.000 euro a 1.000 di loro che ne hanno urgente e vitale necessità.
In un mio precedente articolo avevamo trattato l’argomento – spero voi ed io insieme -, a proposito del piccolo Comune o della grande città, chiedendoci, in relazione alle persone con disabilità, se fosse meglio che l’Amministrazione comunale facesse molto per poche di loro – Patto di Stabilità permettendo – oppure meno ma per tutte.
Ora – come documentato nei giorni scorsi da «Superando.it» – un fatto di cronaca e le richieste di un’Associazione ripropongono indirettamente il quesito nei confronti della Capitale, per quanto riguarda l’accesso al mare e il significato reale di tale accesso.

In sostanza, l’Associazione Luca Coscioni ritiene giustamente che raggiungere il mare, ma non poter fare il bagno, equivalga semplicemente a prendere il sole. Giustissimo! Per fare il bagno, infatti, necessita un ausilio adeguato che consenta, in dignità e senza rischi, di farlo davvero, questo benedetto bagno, bizzarrie climatiche permettendo. Una “carrozzina da mare” da mare, direte voi, e sarete nel giusto.
Ebbene, di carrozzine da mare ne esiste una vastissima tipologia e forse in nessun altro campo dello scibile mi sento altrettanto ferrato: me ne occupo infatti dal 2005 e vanto indiscussi successi: introduzione in Italia di un modello specifico designed for all (pur essendo di costruzione francese!); vittoriosa ma amichevole battaglia che ha costretto enti vari ad acquistarne alcune e a metterle gratuitamente a disposizione dell’utenza; ideazione della “Giornata dell’Integrazione Balneare”; effettuazione di test di galleggiabilità e sicurezza nella vasca di un’Unità Spinale Unipolare ecc.
Alcune carrozzine da mare sono espressamente studiate per una specifica disabilità, altre permettono solo il transito su sabbia e sassi e di raggiungere sì la battigia, ma non di fare il bagno, altre ancora di fare il bagno se si nuota; e naturalmente la carrozzina da mare ideale non esiste.
All’ideale si avvicina quella che consente il transito su sabbia e sassi, la balneazione assistita o autonoma e la possibilità, per chi può, di abbandonarla, una volta raggiunta una profondità adeguata al nuoto. Il tutto in sicurezza e, ove possibile, in relativa autonomia.
Le case costruttrici di carrozzine da mare evidenziano le virtù dei loro prodotti nei video reperibili sui loro siti, anche se talvolta nei filmati l’utente – se uomo somigliante a Paul Newman giovane, se donna a Brigitte Bardot da ragazza – non parrebbe averne bisogno.
Generalmente il costo è proporzionale alla specificità dell’utenza alla quale la carrozzina da mare è destinata: costano meno quelle “generaliste”, di più quelle specializzate, diciamo da alcune centinaia a diverse migliaia di euro.
Personalmente ritengo che un Comune – piccolo o grande che sia – dovrebbe tutelare (e in ciò esaudirebbe lo spirito e il dettato di tutte le leggi italiane che riguardano la disabilità e l’handicap, dalla 104/92 alla 67/06) il buon diritto delle persone con disabilità, facendo rientrare una “seria” carrozzina da mare tra le attrezzature obbligatorie per gli stabilimenti balneari.

Dimenticavo: se qualcuno è interessato, potrà leggere tra qualche giorno – purtroppo sempre a mia firma – della cosiddetta “Bandiera Lilla”, ovvero del significato e della genesi di essa, delle Regioni e dei Comuni virtuosi, delle cerimonie di attribuzione e dei festeggiamenti locali nei Comuni meritevoli (premiati, naturalmente, con… una carrozzina da mare!).

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