Difendiamo l’articolo 3!

di Rosa Mauro
«Non voglio cadere nella trappola - scrive Rosa Mauro - di chi ci vuole solo come dei “numeri” o delle “tabelle”, non voglio né mi interessa sapere cosa ti serva per essere la Persona e il Cittadino che puoi e vuoi essere. Voglio solo che tu lo ottenga. Lo abbiamo messo per iscritto, ci abbiamo creduto, vogliamo continuare a crederci tutti insieme. Non permettiamo a nulla e a nessuno di strapparci via la libertà che l’articolo 3 della Costituzione ci regala!»
Testo dell'articolo 3 della Costituzione
Il testo dell’articolo 3 della Costituzione

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (articolo 3 della Costituzione Italiana).
Quanto è bello questo articolo della Costituzione! Vorrei poterlo dire come ha fatto qualche tempo fa Roberto Benigni in televisione, ma la penna, in questo, è uno strumento meno efficace della corporeità di un attore come lui.
Provo però per questo articolo altrettanta passione, perché, se fosse applicato, forse «Superando.it» parlerebbe solo di notizie positive e le lotte come quella di Salvatore Usala con il suo Comitato 16 Novembre (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti) non avrebbero motivo di esistere.
Non avrebbe motivo di esistere la distinzione tra una persona con disabilità e l’altra, non servirebbero “docce con secchi di acqua gelata” né dichiarazioni sui gradi di gravità. Perché in questo articolo c’è tutto: tutti hanno pari dignità, SLA [persone con sclerosi laterale amiotrofica, N.d.R.] e schizofrenici, ciechi e tetraplegici, giovani, gay e via discorrendo.
E già questa è davvero una condizione che, se applicata, farebbe morire oltre la metà delle discussioni e delle polemiche attualmente in corso in Italia: un giovane avrebbe pari dignità rispetto a uno meno giovane, un cattolico varrebbe quanto un buddista dal punto di vista etico e nessuno dei due potrebbe permettersi di interferire in scelte personali, quali il matrimonio e l’adozione.
Se siamo tutti uguali, infatti, non c’è alcun motivo per proibire a due persone adulte, responsabili e motivate, a qualunque genere appartengano, di formare una famiglia, scegliendo il matrimonio, e nessun impedimento ci sarebbe all’adozione di un bambino. Inoltre, non si potrebbe affermare che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ad esempio, non dovrebbe valere per alcune categorie, che fossero giovani, nuovi assunti o via discorrendo.

La seconda parte dell’articolo 3, poi, è – se possibile – ancora più bella: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana…». C’è bisogno di altro? C’è bisogno davvero di staccarsi i respiratori e di marciare sul Parlamento? C’è bisogno di ricatti e di azioni dimostrative? No!
I nostri Parlamentari giurano sulla Costituzione, giurano di farla rispettare e allora basterebbe che la applicassero. Basterebbe che l’articolo 3, come gli altri, venisse rispettato e non dovremmo più vedere persone che si uccidono e che uccidono, o, peggio, che vengono uccise dall’indifferenza, dall’abbandono, dalla mancanza di rispetto per loro, in quanto persone umane.

In questi giorni, direi meglio in questi anni, le parole “persona umana” non vengono mai usate. La gente è divisa in categorie, e questo rende tutto più semplice. Togliere diritti ai nuovi lavoratori è semplice, perché non li si vede come persone. Dividere chi ha necessità di adattamenti per realizzare quanto detto dalla nostra Costituzione è semplice, basta cambiare le parole, “gravi”, “gravissimi” e così via.
Ma dietro alle categorie ci sono le persone, e per l’articolo 3 della Costituzione è compito tuo, Stato, farle realizzare. Una persona con sclerosi laterale amiotrofica deve avere tutto ciò che le occorre per vivere una vita dignitosa e così i suoi familiari. Altrettanto è dovuto, però, proprio per l’articolo 3, a chi ha un ritardo mentale, una menomazione di un qualunque tipo, a chi ha una famiglia con un disagio sociale, a chi è straniero. Senza distinzione di lingua, di razza, di credo politico.

Quell’articolo della Costituzione è stato scritto con un’ispirazione che si può giustamente definire “superiore” e quando scientemente si creano differenze, lo si vìola, e spesso a farlo è proprio chi ha giurato su di esso, giovandosi in tal senso anche della nostra complicità, perché quell’articolo è stato scritto per tutti.
Prendiamoci cura tutti insieme di qualcosa che con tutti è nato, frutto dell’esperienza di una guerra che delle discriminazioni razziali e sociali aveva fatto il suo cavallo di battaglia.
Non voglio cadere nella trappola di chi ci vuole solo come dei “numeri” o delle “tabelle”, non voglio né mi interessa sapere cosa ti serva per essere la Persona e il Cittadino che puoi e vuoi essere. Voglio solo che tu lo ottenga, che lo ottengano tutti.
E pazienza se sembra un’utopia, qualcosa che va contro le leggi del mercato e contro a ciò che “vuole l’Europa”. Lo abbiamo messo per iscritto, ci abbiamo creduto, vogliamo continuare a crederci tutti insieme.
Non permettiamo a nulla e a nessuno di strapparci via la libertà che l’articolo 3 ci regala!

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