Ma davvero Roma batte New York in accessibilità?

di Stefania Leone*
Al di là del nostro titolo (molto) provocatorio, per chi conosce le tante barriere di Roma, pare proprio sia così, almeno per quanto riguarda l’accessibilità all’arte, da parte delle persone con disabilità visiva, come ha testimoniato la grande mostra dedicata a Michelangelo, ospitata dai Musei Capitolini
Riproduzione del "David" di Michelangelo alla mostra di Roma dedicata a Michelangelo, estate 2014
La riproduzione del “David” di Michelangelo alla mostra di Roma

Intensa spiritualità e grande arte sono state al centro di Michelangelo. Incontrare un artista universale, la mostra ospitata in questi mesi dai Musei Capitolini di Roma, in occasione del 450° anniversario dalla morte del grande creatore d’arte rinascimentale, composta da oltre centocinquanta opere e con una novità di rilievo: con alcune delle opere, infatti, questa volta è stato realizzato un vero e proprio percorso tattile con sculture da toccare.

A organizzare quest’ultima iniziativa è stata l’Associazione Museum, da tempo impegnata nel settore dei musei con progetti di arte accessibile, in collaborazione con guide volontarie esperte e con il patrocinio del Comune di Roma. In sostanza, erano presenti alcune delle più belle sculture dell’artista, stavolta con la possibilità, solo per le persone con disabilità visiva, di toccarle indossando dei guanti in lattice.
La maggior parte delle opere era originale, altre erano riproduzioni a grandezza naturale, a comporre dunque un meraviglioso patrimonio artistico, esplorabile con le mani, potendo sentire con precisione i particolari della rappresentazione anatomica e potendone cogliere appieno le differenze tra i diversi materiali quali il marmo, il bronzo e il gesso.

Da segnalare, ad esempio, la presenza del David, il cui originale si trova a Firenze presso l’Accademia (poiché la statua in Piazza della Signoria è una copia per motivi di sicurezza). L’altezza complessiva supera i 5 metri, e l’opera era esplorabile quindi solo fino al ginocchio, ma era poi possibile toccare una riproduzione della testa a grandezza naturale in marmo.
Nel percorso della mostra erano compresi anche due bellissimi e istruttivi plastici, realizzati nel laboratorio del Museo Tattile Borges di Catania, che rappresentavano la Piazza del Campidoglio, comprensiva dei palazzi che la circondano (curati anche da Michelangelo) e Piazza San Pietro, con il colonnato del Bernini, la Basilica e il famoso Cupolone michelangiolesco. Un plastico analogo è presente anche al Museo Tattile Omero di Ancona, ma è più piccolo e quindi meno dettagliato.
È stata certamente una grande emozione poter verificare e recuperare, tramite le mani, la memoria di immagini che il tempo ha sbiadito, a maggior ragione per chi è cieco dalla nascita, ma anche per coloro che vedono, i quali hanno potuto apprezzare particolari e proporzioni che spesso sfuggono all’occhio.

E concludiamo con una sorprendente notazione finale: Roma batte New York per l’accessibilità dell’arte! Infatti il MOMA (Museum Of Modern Art) della “Grande Mela”, ad esempio, non propone nulla di specifico per non vedenti, non esistono percorsi tattili ed è vietato toccare anche le statue nei giardini del Museo. In tal senso, riteniamo che saranno state apprezzate anche dai più scettici le riproduzioni in bassorilievo della nascita di Adamo e della nascita di Eva, particolari della Cappella Sistina altrimenti assolutamente inarrivabili, realizzate sempre a Catania, portate come il resto delle opere a Roma.

Consigliera dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), con delega per le Problematiche ITC (Information and Communication Technology) per la stessa ADV e per la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), presso i tavoli del Consiglio Nazionale Utenti, AgCom, Sede Permanente del Segretariato Sociale RAI e Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI. Il presente testo è già apparso in «West – Welfare Società Territorio», con il titolo “A chi non è vietato toccare l statue di Michelangelo” e viene qui ripreso – con alcune modifiche alla luce del diverso contenitore – per gentile concessione.

Share the Post: