Chi nega il trasporto viola il diritto allo studio

Di fronte alla mancata erogazione da parte della Provincia di Milano del trasporto scolastico agli studenti con disabilità delle scuole superiori - ciò che appare come frutto di una scelta consapevole - la LEDHA, componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), invia all’Ente una lettera di diffida, sottolineando la palese violazione di Leggi e Sentenze e anche del fondamentale, diritto allo studio

Carrozzina vuota sulla rampa di un pulminoTra i gravi problemi per gli alunni con disabilità che – purtroppo – anche in questo nuovo anno scolastico stiamo già registrando, vi è quello segnalato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la quale informa come la Provincia di Milano non stia erogando il trasporto scolastico agli studenti con disabilità delle scuole superiori, ciò che invece prevede la legge. «Non solo – si legge in una nota della stessa LEDHA -, di fronte alle richieste della famiglia di un ragazzo iscritto al primo anno di un istituto professionale, i funzionari della provincia si sono limitati a fornire vaghe informazioni circa la possibilità di ottenere (a conclusione dell’anno scolastico) parziali contributi a copertura delle spese sostenute, affidando il servizio a terzi».

La Federazione lombarda, quindi, ha inviato, tramite i propri legali, una lettera di diffida alla Provincia milanese, sottolineando come il servizio di trasporto sia un diritto per gli alunni con disabilità e nel caso di ragazzi iscritti alle scuole superiori, sia compito delle Province erogarlo, come stabiliscono chiaramente le Leggi e le tante Sentenze emesse in questi ultimi anni da diversi Tribunali.
Un quadro di fronte al quale, come afferma Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale LEDHA, «risulta inaccettabile che ancora oggi i funzionari responsabili dei procedimenti amministrativi relativi alle richieste di tali servizi forniscano risposte vaghe, senza prendersi davvero carico della predisposizione del servizio». «La mancata predisposizione del trasporto – aggiunge poi -, impedendo o limitando l’esercizio del diritto allo studio delle persone con disabilità, configura non solo una violazione della normativa specifica, ma una vera e propria discriminazione e una violazione di un diritto fondamentale qual è quello allo studio. Inoltre, la mancata erogazione di un servizio obbligatorio dalla legge e finalizzato a tutelare i diritti fondamentali di un minore potrebbe configurare una condotta penalmente rilevante del funzionario responsabile del provvedimento, reato che peraltro sarebbe perseguibile d’ufficio. La mancanza di risorse per gestire i servizi è reale e le difficoltà in cui operano i funzionari comprensibili, ma tuttavia non giustificabili. Proviamo infatti a immaginare cosa succederebbe se un medico – per mancanza di risorse – non completasse adeguatamente un referto o se non sporgesse denuncia alle autorità in un caso di violenza».

«Ogni giorno – conclude De Luca – riceviamo sempre più segnalazioni identiche, cosicché sembra proprio che la mancata predisposizione del servizio di trasporto sia frutto di una scelta consapevole». Anche per questo motivo, dunque, la LEDHA appoggerà e sosterrà le famiglie di ragazzi con disabilità che intendano presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio stampa@ledha.it.

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