Ricorrerranno contro il Patto per la Salute

Quella formula introdotta nel Patto per la Salute, secondo cui le prestazioni socio-sanitarie verranno «effettuate nei limiti delle risorse previste”, introduce, secondo alcune organizzazioni componenti del CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i Movimenti di Base), che per questo hanno deciso di ricorrere al TAR, «un’inaccettabile discriminazione tra soggetti malati, in contrasto con le leggi in vigore»

Ombra di persona in carrozzina e di assistente che la spinge«Il Patto per la Salute 2014-2016* stabilisce all’articolo 6 (Assistenza socio sanitaria) che le relative prestazioni “sono effettuate nei limiti delle risorse previste” e che “le Regioni disciplinano i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per le aree della non autosufficienza, della disabilità, della salute mentale adulta e dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze e forniscono indicazioni alle Asl ed agli altri enti del sistema sanitario regionale per l’erogazione congiunta degli interventi, nei limiti delle risorse programmate per il Servizio sanitario regionale e per il Sistema dei servizi sociali per le rispettive competenze”. Si tratta di misure che introducono un’inaccettabile discriminazione tra soggetti malati – oltre un milione di nostri concittadini – vincolando l’erogazione delle prestazioni per le persone citate alle risorse stanziate, in contrasto con le leggi in vigore (Legge 833/78 [istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale, N.d.R.]; Livelli Essenziali di Assistenza stabiliti nel DPCM del 29 novembre 2001 le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della Legge 289/02)».
Lo si legge in una nota diffusa dal Comitato Promotore per la Promozione della Petizione Popolare Nazionale per il Diritto Prioritario alle Prestazioni Socio-Sanitarie Domiciliari delle Persone Non Autosufficienti, che a tal proposito rende noto come si siano già attivate l’APS (Associazione Promozione Sociale), l’ULCES (Unione per la Lotta contro l’Emarginazione Sociale) e l’UTIM (Unione per la Tutela degli Insufficienti Mentali), tutte aderenti al CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i Movimenti di Base), per presentare ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio contro la norma approvata da Governo e Regioni il 10 luglio scorso.

«Si tratta di una causa importantissima – sottolinea ancora la nota diffusa dal Comitato, invitando anche altre organizzazioni ad associarsi ad essa – a difesa del diritto alle cure e contro ogni discriminazione delle persone colpite da patologie e/o handicap e non autosufficienza». (S.B.)

*Il Patto per la Salute – del quale nel luglio scorso, come si riferisce anche nella presente nota, è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@fondazionepromozionesociale.it.

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