«Ancora oggi – come spiegano i responsabili dell’Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio (aderente alla FAIP-Federazione Associazioni Italiana Paratetraplegici) e della Cooperativa capitolina Centro per l’Autonomia – le persone che subiscono una lesione midollare (incidenti stradali, sportivi, sul lavoro) nella Regione Lazio sono costrette a spostarsi verso il nord del Paese o all’estero. Questo, specie nella fase di acuzie, mette a rischio la stessa sopravvivenza, costringendo come minimo intere famiglie a un ulteriore trauma: vite sospese e catapultate lontano dal luogo che abitano. Del resto, l’offerta riabilitativa del Lazio spesso non è sufficientemente qualitativa. Gli ordinari Centri di Riabilitazione, infatti, non sono in grado di garantire servizi specialistici, come ad esempio la cura e la prevenzione di piaghe da decubito o di infezioni urinarie».
Una situazione, quindi, quanto meno complicata, nonostante – come viene sottolineato – sia ben dal 1994 che la Regione Lazio ha istituito presso il CTO l’Unità Spinale Unipolare (USU), che segue i protocolli di trattamento più avanzati in Europa. «A tal fine – ricordano ancora dall’Associazione Paraplegici e dal Centro per l’Autonomia – già allora furono coinvolti esperti europei tra i più quotati e tuttavia quel reparto è stato ridotto drammaticamente nel numero di posti letto ben prima del Piano di Rientro riguardante la Sanità laziale, pur continuando ad essere, nonostante ciò, uno dei presìdi più avanzati per il trattamento delle lesioni midollari del nostro Paese».
«In realtà – si aggiunge – l’indebolimento dell’Unità Spinale Unipolare è figlio di una graduale erosione della capacità del CTO di rappresentare un presidio ospedaliero di prima fascia, cosicché oggi si può dire che la possibilità di dare risposte a tutte le persone con lesione midollare della Regione Lazio sia inversamente proporzionale al rilancio del CTO».
In tale quadro, l’accordo tra INAIL e ASL Roma C (ove è situata l’Unità Spinale) viene visto come un’occasione unica per restituire alla Regione l’opportunità di creare un presidio ospedaliero qualificato per cure e riabilitazione di alta specialità ed elevate tecnologie, concentrando esperienze segmentate, presenti sul territorio della stessa ASL Roma C (come anche il Centro per l’Autonomia), e dell’intero àmbito cittadino.
Non va dimenticato, infine, quanto annunciato recentemente dal presidente della Regione Nicola Zingaretti, secondo il quale, «dopo avere sistemato i conti della Sanità del Lazio, è giunta l’ora di avviare una seria programmazione dei servizi ospedalieri e territoriali, su basi epidemiologiche e seguendo le modalità di trattamento fondate sulla medicina basata sull’evidenza».
Alla luce di quanto detto, l’Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio e la Cooperativa Centro per l’Autonomia hanno ritenuto assai opportuno promuovere un convegno, che si intitolerà appunto La condizione delle persone con lesione midollare, i bisogni di salute e l’inclusione possibile: l’Unità Spinale, il CTO, il territorio e che si terrà mercoledì 24 settembre a Roma (Sala Tevere della Regione Lazio, Via Cristoforo Colombo, 212, ore 14), con la partecipazione, tra gli altri, del citato presidente del Lazio Zingaretti, di Rita Visini, assessore regionale alle Politiche Sociali e di Carlo Saitto, direttore generale della ASL Roma C.
«Un incontro – sottolineano Daniele Stavolo dell’Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio e Pietro Barbieri del Centro per l’Autonomia – più che motivato dal fatto che l’opportunità di trattare anche nel Lazio le lesioni midollari secondo criteri e prassi avanzate rappresenta un’istanza non più prorogabile». «E non si tratta – aggiungono – solo di interventi di natura clinica. Rimanere infatti nel proprio contesto, tornare nella propria abitazione, contare su ausili adeguati e assistenza congrua sono condizioni indispensabili alla piena inclusione delle persone». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: giusi@apromaelazio.it.
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