«Parlare degli atleti Special Olympics significa evidenziare l’importanza dello sport come mezzo per la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva nella società. Significa, inoltre, rivolgere un messaggio alle tante persone e famiglie coinvolte che ancora non conoscono l’esistenza di tale opportunità. La fiamma olimpica ha la funzione di accendere il tripode durante lo svolgimento dei Giochi, ma con la conclusione degli stessi, la speranza è che possa non esaurirsi, continuando a rappresentare quella luce di speranza tesa a un mondo migliore».
Così viene commentata da Special Olympics Italia – la componente nazionale del movimento sportivo composto da persone con disabilità intellettiva – la recente conclusione ad Anversa, in Belgio, dei Giochi Estivi Europei/Euroasiatici di Special Olympics, manifestazione che, per la cronaca, ha visto la delegazione del nostro Paese conquistare 13 medaglie d’oro, 27 d’argento e 16 di bronzo.
«La fine dei Giochi di Anversa – sottolineano ancora i responsabili di Special Olympics – trascina con sé ricordi ancora nitidi, scolpiti nel cuore e nella mente di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di parteciparvi. Sensazioni uniche e barriere che, d’incanto, spariscono, per dare spazio e luogo ai sentimenti veri. Una gioia europea che unisce diverse bandiere, colori e, sotto lo stesso riflettore, illumina la scena. I protagonisti, naturalmente, sono stati sempre loro, gli atleti Special Olympics, ma anche gli allenatori, i volontari, i medici, i familiari, tutti uniti per celebrare lo sport nella sua più completa accezione e per i valori che trasmette, uno sport inteso come passione, integrazione e condivisione. I Giochi rappresentano infatti, per gli atleti, innanzitutto l’opportunità di poter esprimere le proprie abilità e di sentirsi parte del mondo. Come i campioni affermati, essi vivono l’attesa delle gare, le preoccupazioni, le delusioni e le gioie; si nutrono di emozioni limpide, per un’esperienza che li arricchisce al di là del mero riconoscimento sportivo. Certo, anche loro sognano di vincere una medaglia, ma il più grande risultato è rappresentato dal momento magico che stanno vivendo».
«A loro – è la conclusione – non importa se, rispetto ai colleghi di altre Associazioni o Federazioni sportive, suscitano meno interesse mediatico: la gioia è quella di poter essere lì per costruire qualcosa di importante, a livello sportivo, ma soprattutto sul piano umano». (S.B.)
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