L’importanza di documentarsi, scrivere, essere curiosi

di Andrea Pancaldi*
Le funzioni di informazione, comunicazione e documentazione in àmbito sociale sono molto praticate nel Terzo Settore, ma nella rete dei servizi pubblici trovano parecchia difficoltà a diventare strumenti del lavoro sociale e a non rimanere funzioni accessorie. Un’iniziativa on line avviata qualche tempo fa presso gli Sportelli Sociali del Comune di Bologna, fornisce il proprio contributo per tentare di risolvere tale problema
Un cammello
«È più facile che un cammello…» e anche «che una assistente sociale trovi il tempo per leggere… e scrivere!»: lo si è letto recentemente nella rivista «Prospettive Sociali e Sanitarie»

«È più facile che un cammello…» e «che una assistente sociale trovi il tempo per leggere… e scrivere!». Questa immagine, tratta dal blog della rivista «Prospettive Sociali e Sanitarie», racconta bene la sorte delle funzioni di informazione, comunicazione e documentazione nell’àmbito sociale che, molto praticate nel Terzo Settore (la documentazione un po’ meno…), anche se non sempre con esiti di qualità, trovano nella rete dei servizi pubblici molta difficoltà a diventare strumenti del lavoro sociale e a non rimanere funzioni accessorie, legate alla disponibilità e alle iniziative dei singoli operatori o di dirigenti illuminati.
Ci sono su questo, ovviamente, anche delle ragioni di cui tenere conto, come la variabile tempo, l’aumento delle situazioni di difficoltà sociale – di utenza, in sostanza -, la fase di crisi, la natura stessa carica di ambiguità del lavoro sociale. Ma ci sono anche resistenze al cambiamento che inevitabilmente l’informazione e la documentazione propongono e sottolineano, e in particolare in questa stagione.

Con la newsletter a cadenza bimestrale avviata qualche tempo fa dalla redazione degli Sportelli Sociali del Comune di Bologna, di valenza sia informativa che documentativa, si intende dare conto, soprattutto agli operatori dei servizi, di cosa si muova in Italia su questi àmbiti, dando attenzione a una ventina di tematiche elencate nella prima pagina di ogni numero: dal rapporto tra biblioteche e welfare, alle novità in tema di riviste, siti, newsletter, centri di documentazione. E ancora, le tecnologie, i social network, il digital divide [divario digitale tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, N.d.R.]. Attenzione viene riservata anche all’editoria in campo sociale, al ruolo del giornalismo, alla radio, alla TV, al cinema, a come i media affrontano le questioni dei servizi sociali e della marginalità in genere. E infine, il rapporto tra informazione e costruzione di comunità, nell’epoca in cui spariscono le rappresentanze e si pone ancor più l’accento sugli aspetti economici del Terzo Settore.

Le notizie pubblicate nella newsletter trattano di temi specificatamente sociali, ma anche di come il dibattito sul/nel giornalismo o sulle tecnologie o i media costituisca uno sfondo imprescindibile su cui avere alcune conoscenze per sviluppare coerentemente queste funzioni nell’ambito dei servizi sociali.
Un invito a leggere, dunque, a documentarsi, a scrivere, ad essere curiosi. Un invito che per alcuni può risultare anche scomodo.

Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna.

Nel recente numero di settembre della newsletter curata dalla redazione degli Sportelli Sociali del Comune di Bologna, vengono proposte una cinquantina di notizie apparse negli ultimi mesi. È liberamente scaricabile, insieme anche ai numeri arretrati. L’iscrizione alla newsletter stessa è gratuita, scrivendo a: redazionesportellosociale@comune.bologna.it.

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