Formazione dei docenti: cambiare quel Decreto

Il provvedimento attuativo del cosiddetto “Decreto Scuola”, divenuto Legge alla fine del 2013, non ha accolto le proposte delle Federazioni FISH e FAND, sulla formazione obbligatoria in servizio per i docenti curricolari sulle didattiche inclusive, preferendo puntare su gare d’appalto regionali, per società accreditate, iter assai più impegnativo e meno economico. Il Presidente della FISH ha scritto quindi al ministro Giannini, chiedendo di rivedere il recente Decreto

Insegnante alla lavagna e alunni in classe«Quella nostra proposta era stata condivisa durante le riunioni dell’Osservatorio Ministeriale Permanente per l’Integrazione degli Alunni con Disabilità, affinché l’Amministrazione si avvalesse di esperti volontari, gratuiti e qualificati. Ora, con rammarico, veniamo a conoscenza che il Decreto è stato emanato, ma che la nostra proposta non è stata minimamente presa in considerazione».
Viene commentata così, da Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), l’emanazione, il 2 ottobre scorso, del Decreto Ministeriale n. 161, attuativo della Legge 128/13 (Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca), per la parte in cui si parla di formazione obbligatoria in servizio degli insegnanti curricolari sulle didattiche inclusive, un tema su cui avevano lavorato a lungo sia la FISH che la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), all’interno dell’Osservatorio Ministeriale per l’Integrazione, presentando appunto una precisa proposta, tramite la quale si chiedeva la predisposizione di un piano di interventi gratuiti da parte di esperti di entrambe le Federazioni, affinché tutti i docenti delle classi con alunni disabili potessero essere dotati degli strumenti utili per far fronte alle relative problematiche.

In sostanza, quanto proposto da FISH e FAND è stato sostituito da un iter consistente in una gara d’appalto regionale tra le società accreditate per la formazione, soluzione assai più complessa e impegnativa, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo.
«Va sottolineato – si legge in tal senso in una nota della FISH – che i circa 450.000 euro assegnati a tale attività, ripartiti tra gli Uffici Scolastici Regionali, darebbero loro la disponibilità di circa 22 milioni a Regione, risorse del tutto sufficienti a coprire i costi vivi di trasferta degli esperti di entrambe le Federazioni, senza la necessità di indire alcuna gara di appalto». Ed è anche utile ricordare che già centoventi esperti pedagogisti si erano resi disponibili a realizzare un intervento per ciascuna Provincia, distinto per le principali tipologie di disabilità.
«Successivamente – prosegue la nota della FISH – l’attività formativa si sarebbe svolta nei singoli Consigli di Classe, sotto il tutoraggio del docente per il sostegno che, insieme ai colleghi curricolari, avrebbe effettuato la lettura collettiva della Diagnosi Funzionale e la formulazione del PEI (Piano Educativo Individualizzato). A tali attività avrebbero partecipato, come previsto dalla Legge, i genitori, gli operatori socio-sanitari e, ove possibile, i nostri esperti, ai quali sarebbe stato sufficiente rimborsare le sole spese di viaggio e soggiorno, quando necessarie. E tali attività formative si sarebbero avvalse anche di materiali audiovisivi, della collaborazione di docenti universitari e dell’esperienza di buone prassi».

Il Presidente della FISH, dunque, ha scritto direttamente al ministro Stefania Giannini e ad alcuni altri funzionari del Ministero, chiedendo «di voler rivedere o integrare il Decreto, accogliendo finalmente le nostre proposte» e di farlo rapidamente, dal momento che «ad anno scolastico avanzato, l’attività di consulenza da noi prefigurata perderebbe molto del suo valore strategico, tendente a far prendere in carico a tutto il Consiglio di Classe il progetto inclusivo attualmente sempre più delegato dai docenti curricolari a quelli per il sostegno». «E com’è noto, tale delega – ha concluso Falabella – fa sì che nelle ore in cui manca il docente per il sostegno, gli alunni con disabilità vengano sempre più frequentemente abbandonati in fondo alla classe o, peggio, fuori della stessa, ciò che spinge sempre più i genitori a promuovere ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), per ottenere più ore di sostegno, con grande aggravio finanziario dell’Amministrazione quasi sempre soccombente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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