Per il lavoro delle persone con disabilità psichica

Se adeguatamente preparate e sostenute, le persone con disabilità psichica sono ben in grado di dare un significativo contributo lavorativo: sta in questo il senso fondamentale della petizione lanciata dal Presidente dell’Associazione Tutti Nessuno Escluso, che chiede ai Ministri di competenza e alle Regioni «di attivarsi per la piena attuazione della Legge 68/99 sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e in particolare delle persone con disabilità psichica»

Giovane donna con disabilità intellettiva lavora in un supermercato«Chiediamo al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione [rispettivamente Giuliano Poletti e Marianna Madìa, N.d.R.] e ai Presidenti delle Regioni di attivarsi per la piena attuazione della Legge n. 68/99 sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, che purtroppo attualmente è largamente inapplicata da gran parte delle imprese private e delle Pubbliche Amministrazioni».
Si apre così il testo della petizione lanciata da Virginio Massimo, presidente dell’Associazione Tutti Nessuno Escluso, che da oggi, 9 ottobre, tutti possono sottoscrivere. In particolare, l’iniziativa nasce «a sostegno dei disabili psichici», per i quali il promotore chiede «che i Centri per l’Impiego promuovano e favoriscano l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso le convenzioni previste dall’articolo 11 della sopracitata Legge 68/99, con tirocini mirati all’assunzione e chiamate nominative nel rispetto della massima trasparenza». «Chiediamo inoltre – prosegue – che le Cooperative Sociali di tipo B, che possono offrire un inserimento lavorativo protetto ai disabili psichici con maggiori difficoltà, abbiano il pieno sostegno delle Istituzioni per poter svolgere al meglio il proprio compito».

A sostegno della petizione, il Presidente di Tutti Nessuno Escluso sottolinea una serie di elementi legati alle potenzialità nel lavoro delle persone con disabilità psichica. «Il lavoro – scrive infatti – può aiutare queste persone a migliorare la propria condizione di disagio e sofferenza mentale e consolidare la loro identità sociale, sviluppando l’autonomia e l’autostima: condizioni indispensabili per ottenere l’inclusione a pieno titolo nella società».
«L’inserimento lavorativo dei disabili psichici – prosegue Massimo – è pertanto possibile e può essere giudicato in maniera positiva, sempre che sia adeguatamente preparato e sostenuto con una giusta accoglienza sul posto di lavoro; del resto, come dimostrano recenti indagini, un corretto inserimento lavorativo di persone con disabilità psichica può contribuire al miglioramento dello stesso clima aziendale».
«Le persone con ritardo mentale, con difficoltà relazionali o con problemi psichici – è la conclusione – sono in grado di dare un significativo contributo lavorativo, impegnandosi al massimo delle loro possibilità nelle aziende private o nelle Pubbliche Amministrazioni in cui sono inserite. Affinché questo risultato si possa ampliare e consolidare è però necessario che siano superati proprio quei pregiudizi negativi che li identificano come soggetti del tutto incapaci di lavorare e sostanzialmente inaffidabili». (S. B.)

Ringraziamo Sandro Paramatti per la segnalazione.

Segnaliamo ancora la pagina web a cui accedere per sottoscrivere la petizione. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@tuttinessunoescluso.it.

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