Sessualità: non siamo all’anno zero

di Andrea Pancaldi
Prendendo spunto da un recente articolo dedicato alla sessualità delle persone disabili - pubblicato nel blog "InVisibili" del «Corriere della Sera» -, Andrea Pancaldi ammonisce a non dimenticare mai - soprattutto da parte di chi fa informazione in questo settore - le decine di libri, le centinaia di articoli, di convegni, di attività di formazione e di progetti promossi in questi decenni su tali questioni, per non dover ogni volta "ripartire da capo", per non tornare in ogni occasione alla casella del VIA, come nel gioco del Monopoli

Chi fa informazione sulla disabilità dovrebbe ricordare tutto ciò che è stato fatto e detto in questi ultimi decenni, in ambito di sessualità e disabilità, per non correre il rischio di dover sempre ripartire dal VIA, come nel Monopoli!Nei giorni scorsi, sul blog InVisibili del «Corriere della Sera» [se ne legga anche nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], si è parlato di handicap e sessualità, presentando il racconto di una madre (Il sesso dei disabili e l’abbraccio di una madre  di Simone Fanti, testo disponibile cliccando qui).
Sembra che trentotto anni siano passati invano da quando Camillo Valgimigli, proprio dalle pagine del «Corsera», scrisse per la prima volta di questo argomento… o forse per la seconda (ne aveva già parlato Rosanna Benzi sulla sua rivista «Gli Altri»).
Qualche anno dopo, poi, a Milano, il CEMP (Centro di Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale) organizzò il primo convegno sull’argomento e Feltrinelli ne pubblicò gli atti [Convegno “Sessualità e handicappati”, a cura del CEMP, 8-9 ottobre 1977, N.d.R.].

Il tema è complesso e carico di ambiguità – come lo è la disabilità – ma un po’ è anche responsabilità di chi fa informazione nell’ambito della disabilità di far restare sempre il tema “all’anno zero”, trattandolo come “novità”, ad ogni nuova iniziativa editoriale, e riproponendo sempre le stesse cose… le madri, le prostitute, le assistenti sessuali… che parrebbero, appunto, “l’ABC del tema”, l’argomento della “lezione n. 1”.
In Italia, invece, si sono scritte decine di libri e centinaia di articoli. Fatte centinaia di conferenze e convegni. Centinaia anche le attività di formazione. Avviati innumerevoli progetti.
Persone disabili, anche con deficit gravi, anche intellettivi, si amano, fanno figli, si sposano, divorziano. Carla, ad esempio, 25 anni, ha anche la sindrome di Down e dopo la sudata laurea in biologia, ha raggiunto il fidanzato a Parigi e ha trovato lavoro lì. Non ha fatto un comunicato stampa, né vuole scriverne un libro, né raccontarlo a Mara Venier di pomeriggio in TV. Vive la sua vita.

Insomma, non siamo “all’anno zero” ed è fondamentale ricordarselo, per non tornare – come nel Monopoli – sempre al VIA… per sole 20mila lire.
E per sapere cosa si è fatto, si può anche consultare il pur piccolo e modesto archivio pubblicato nel sito dell’AIAS di Bologna (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici), cliccando qui.

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