Samuele ha quattro anni e mezzo e due fratelli gemelli. Samuele ha una tetraparesi spastica che lo rende invalido totale. Samuele è nato a Napoli e vive nel quartiere di Pianura.
Samuele frequenta (?) la Scuola Troisi (plesso Caritas di Pianura) per un’ora al giorno perché la scuola non ha nemmeno un insegnante di sostegno per lui.
Le centinaia di lettere giunte alla nostra Associazione Tutti a Scuola – nell’àmbito della campagna di sensibilizzazione nazionale #scuolaxtutti, promossa insieme al giornale «Il Fatto Quotidiano» [se ne legga anche nel nostro giornale, N.d.R.] – sono arrivate da tutta Italia, descrivendo situazioni simili e ci accingiamo a consegnarle, con la speranza che gradiranno riceverle, nelle mani del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Evidentemente per gli alunni con disabilità – e in tal senso stiamo ancora aspettando il dato numerico degli stessi, aggiornato dal Ministero – non è ancora iniziata.
Samuele può aspettare.
I genitori degli studenti disabili stanno recandosi, per la gioia degli avvocati di tutto il Paese, presso i Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), a chiedere che i loro figli possano andare a scuola come tutti. Non tutti i genitori. Solo quelli che possono sostenere le spese di un legale.
Samuele deve aspettare.
La Provincia di Napoli, con una Delibera del 7 agosto scorso, ha cancellato i fondi a sostegno dell’assistenza scolastica e del trasporto degli alunni disabili. A nessuno sembra interessare. E sulla prima rete RAI ho visto in questi giorni una Parlamentare del partito di maggioranza, la senatrice Venera Padua, che in risposta a una madre alle prese con il calvario scolastico della figlia, dispensava ottimismo.
Samuele dovrà aspettare ancora.
I genitori dei 241.000 alunni con disabilità italiani – dato tratto dalle segnalazioni che provengono dalle Regioni – dovranno aspettare. L’importante è non perdere l’ottimismo. O la pazienza.
Samuele dovrà aspettare ancora.