Un invito a tutti i Sindaci, al fine di «avviare, se già non è stato fatto, le attività necessarie per l’adozione nei Comuni dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) e, soprattutto, a sollecitare e impegnare gli organi comunali preposti perché sia assicurata la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte di tutti i cittadini»: il messaggio era stato inviato a tutti i Sindaci, nel settembre scorso, da Piero Fassino, presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), come avevamo riferito sul nostro giornale, manifestando anche apprezzamento per il fatto che finalmente si tornasse almeno a parlare di quei Piani prescritti da una Legge di ventotto anni fa (la Legge 41 del 1986), che però soltanto una minoranza di Enti Locali ha finora adottato.
Ebbene, sembra proprio che il Comune di Belluno – città del Veneto che, lo ricordiamo, più volte negli anni scorsi si è classificata alle prime posizioni delle varie graduatorie sui centri italiani più vivibili – abbia recepito il messaggio, se è vero, come riferisce il quotidiano «Corriere delle Alpi», che un primo passo per elaborare un PEBA è stato fatto nei giorni scorsi, riunendo a un tavolo i rappresentanti delle Associazioni che si occupano di disabilità, per iniziare insieme un percorso che porti, in futuro, a una città più accessibile.
«Il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – ha dichiarato al giornale il sindaco di Belluno Jacopo Massaro – è un atto obbligatorio e il nostro Comune, come molti altri, non ne è dotato. Lo vogliamo quindi realizzare costruendolo insieme ai portatori di interesse».
In sostanza, l’idea è quella di partire da una “fotografia” dello stato di fatto, che serva da base per costruire, in seguito, un piano pluriennale utile a risolvere i diversi problemi, dalle barriere architettoniche riguardanti le persone con disabilità motoria alle barriere percettivo-sensoriali che limitano la quotidianità dei cittadini non vedenti o non udenti. «Un Piano – ha aggiunto il Sindaco di Belluno – che potrà servire anche ad avere un documento pronto, nel caso arrivino finanziamenti europei, come suggerito dalla stessa ANCI».
«Si è trattato di un primo incontro – ha dichiarato al “Corriere delle Alpi” Simona Zanella, vicepresidente dell’UICI locale (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) – per iniziare a gettare le basi di una collaborazione. L’Amministrazione, per altro, ha preso atto della necessità di adottare il PEBA anche grazie alle pressioni delle nostre Associazioni e abbiamo dunque avuto la possibilità di conoscerci. Ora l’importante è andare avanti, anche perché il lavoro che si farà non sarà utile solo alle persone con disabilità, ma anche a tanti altri cittadini, come ad esempio le mamme con i passeggini o le persone anziane che magari hanno problemi di vista o di udito. Insomma, come sempre, si tratta di creare una nuova cultura».
Un’iniziativa, quindi, certamente meritoria – pur se attuata con venticinque anni di ritardo! – se non altro rispetto a quei tanti Comuni italiani che ancora continuano a ignorare la questione, ponendosi sostanzialmente fuori della legge. (S.B.)
Ringraziamo Massimiliano Bellini per la collaborazione.