La Legge 56/14 (Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni), la cosiddetta “Legge Delrio”, ha notevolmente modificato l’assetto istituzionale, in particolare rispetto alle Province, e, nella fattispecie, riguardo alle loro competenze relative ai servizi per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità.
A decorrere dal 1° gennaio 2015, infatti, le Province di Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino e Venezia, più Roma Capitale con disciplina speciale, diverranno Città Metropolitane, subentrando in tutti i rapporti attivi e passivi alle relative Province (articolo 1, comma 16). Ad esse spetterà tra l’altro l’attuazione dell’edilizia scolastica (articolo 1, comma 85, lettera e), nonché le altre competenze che verranno concordate tra Stato e Regioni per tutte le nuove Province (articolo 1 commi, 44 e 89). Sempre alle Città Metropolitane, inoltre, spetteranno i patrimoni delle Province cui succederanno, e anche per le nuove Province – dette “di area vasta” – si avrà un’attribuzione di competenze sulla base di un’Intesa Stato-Regioni cui seguirà una ripartizione di competenze tra Stato e singole Regioni (articolo 1, comma 91). Infine, sempre sulla base di un’Intesa Stato-Regioni, lo Stato provvederà con propri decreti all’assegnazione dei patrimoni e delle risorse alle nuove Province (articolo 1, comma 92).
Fino a quando, dunque, il nuovo assetto non avrà trovato piena attuazione, stante il principio della successione delle Città Metropolitane e delle Province “di area vasta” in tutti i rapporti attivi e passivi delle precedenti Province, i diritti degli alunni con disabilità dovrebbero avere certezza di soggetti tenuti a soddisfarli. Una volta realizzata la ripartizione delle competenze, però, bisognerà vedere se e quale ente (nuove Città Metropolitane e nuove Province o Unioni di Comuni) dovrà erogare i servizi di trasporto gratuito, di assistenza per l’autonomia e la comunicazione e l’’eliminazione delle barriere architettoniche e sensopercettive per gli alunni con disabilità frequentanti le scuole superiori, nonché per gli alunni con disabilità sensoriali nelle scuole di ogni ordine e grado. E questa è una partita ancora tutta da giocare nel confronto tra Stato e Regioni e nell’àmbito di ogni singola Regione.
In realtà, a garanzia dei diritti degli alunni con disabilità dovrebbe giocare un ruolo notevole la Giurisprudenza che ha fornito numerosi chiarimenti in questi ultimi anni. Questo almeno nella fase iniziale di attuazione della nuova normativa, per la cui interpretazione sicuramente insorgeranno conflitti di competenze, dal taglio per lo più “negativo”, in quanto la gestione e l’erogazione di servizi comportano spese; difficilmente, infatti, vi saranno controversie circa conflitti “positivi “ di competenze, cercando ciascun ente di declinare i servizi conseguenti nei confronti degli altri.
Suppongo pertanto che arriveranno vari contenziosi – fatto che ormai si era riusciti a sanare – mentre forse il ricorso agli accordi di programma potrebbe evitare conflitti i cui effetti produrrebbero ritardi nella soddisfazione dei diritti degli alunni con disabilità e comunque una grande incertezza sugli stessi, circa i titolari degli obblighi di erogazione.
Già quest’anno, del resto, si sono avute gravi lagnanze per l’assenza o le carenze nei servizi di trasporto e di assistenza per l’autonomia e la comunicazione, da Napoli e dalla Sicilia, fino alla Lombardia.
Se quindi lo Stato e le Regioni non provvederanno immediatamente a ridisegnare la ripartizione di competenze amministrative su questa materia, con il prossimo anno scolastico potremmo assistere a un pesante caos amministrativo, con gravissimi danni per gli alunni con disabilità e per le loro famiglie. Quando poi verrà definitivamente approvato il nuovo Titolo V della Costituzione, abolendo del tutto le Province, senza riassegnare immediatamente le attuali competenze amministrative, il caos rischierà di divenire insostenibile.
Si chiede quindi allo Stato e alle Regioni (tranne il Lazio), abbastanza distratte su questo argomento, di recuperare il tempo perduto e provvedere immediatamente con chiarezza.
Ci si augura inoltre di non dover assistere a una vera e propria “alluvione di denunce” per «interruzione di pubblico servizio» a causa delle mancate risposte ai diritti incomprimibili degli alunni con disabilità, sanciti dalla legislazione e confermati più volte dalla Corte Costituzionale.