Se Arianna camminasse, parlasse, corresse, come qualsiasi ragazzina della sua età… ma Arianna, quando era neonata, è stata vittima di un’emorragia cerebrale che le ha gravemente danneggiato il cervello. Vive tra il letto e la carrozzina, frequenta la scuola e il centro diurno, circondata dall’amore della sua famiglia. Per lei, come scrive la madre Anna, «la definizione “diversamente abile” suona come un eufemismo, perché Arianna non ha nessuna abilità. Il danno che il suo cervello ha subito è irreversibile, e c’è da gioire se le sue condizioni restano stazionarie e non ci sono peggioramenti all’orizzonte…».
Se Arianna. Storia vera di una famiglia «diversamente normale», libro pubblicato nel settembre scorso da Anna Visciani, per i tipi di Giunti, racconta una storia dolorosa, che tuttavia si legge di un fiato, grazie alla vivace struttura narrativa.
Quattro sono le voci che si alternano: Anna, che ha lavorato come neuroradiologa fino alla nascita di Arianna, per dedicarsi poi alla cura della figlia e che qui racconta in prima persona della sua bimba e della sua vita; il marito Davide, neurologo, in prima linea con Anna nella battaglia quotidiana per far sentire bene, per quanto possibile, la figlia; Alice e Daniele, gli altri due figli “normodotati”, nati dopo Arianna. Quattro voci che fanno capire, senza censure, cosa si provi in una situazione simile, a partire dalle gelosie che possono nascere ad esempio fra bambini, quando una sorella “vampirizza” ogni energia e attenzione dei genitori, salvo poi comprendere, crescendo, che quella sorella, come una “farfalla con le ali tarpate”, è una persona da amare e un membro irrinunciabile della famiglia, che finisce per plasmare anche l’identità degli altri. (CPD di Torino)
Anna Visciani, Se Arianna. Storia vera di una famiglia «diversamente normale», Milano, Giunti, 2014, 12 euro (10,20 euro tramite il sito dell’editore).
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