Come si concilieranno questi tagli con il diritto alla salute?

Contrarietà viene espressa dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, per l’accordo che ci sarebbe tra Stato e Conferenza delle Regioni, su un taglio alla Sanità oscillante tra il miliardo e mezzo e i 2 miliardi di euro. «In tal modo - ci si chiede - come si riuscirà a non intaccare il diritto alla salute dei cittadini?». Dure critiche arrivano anche dalla CGIL, che parla dei «soliti, inaccettabili tagli lineari, senza che vengano colpiti gli sprechi»

Forbice usata in ospedale che taglia dei soldi«Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà per il definanziamento di 1 miliardo e mezzo al Fondo Sanitario Nazionale per il 2015 su cui sembrerebbe esserci l’accordo tra Governo e Regioni, come annunciato in questi giorni. Un taglio che, tra l’altro, giunge in un momento in cui gli interventi strutturali di riorganizzazione dell’intero sistema, previsti dal Patto per la Salute e annunciati da anni, non sono stati nemmeno avviati».
È questo il commento di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, in merito al presunto accordo fra Stato e Regioni annunciato dal presidente della Conferenza Stato-Regioni Sergio Chiamparino.
«Temiamo che gli effetti di questo taglio – sottolinea ancora Aceti – continueranno a reiterare quanto avvenuto finora: penalizzare cioè la qualità, la sicurezza e l’accessibilità del Servizio Sanitario Pubblico, senza invece aggredire inefficienze, sprechi e malaffare; avere solo dieci Regioni in grado di rispettare l’adempimento istituzionale dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA); aumentare progressivamente e in modo insostenibile i ticket (+25% dal 2010 al 2013), con la conseguente necessità di rinunciare alle cure, da parte di chi ne avrebbe bisogno; ostacolare l’accesso all’innovazione tecnologica utile».
«Per questo – conclude il coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva – chiediamo a Governo e Regioni di dichiarare pubblicamente quali azioni, interventi e provvedimenti metteranno in campo per affrontare il definanziamento, senza intaccare diritti e tutele per i cittadini, ma anzi potenziandoli, visto il contesto attuale. In altre parole, il taglio, se confermato, non sia un alibi per derogare agli impegni del Patto per la Salute e in particolare quelli che rafforzerebbero diritti e tutele dei cittadini, a partire dall’aggiornamento al rialzo dei LEA, del Nomenclatore Tariffario degli Ausili, delle Protesi e delle Ortesi, oltreché dell’elenco delle Malattie Croniche e Rare esenti da ticket, tutto ormai fermo da troppi anni».

«Siamo al solito copione – dichiara dal canto suo Vera Lamonica, segretaria confederale della CGIL – in nome del quale, anziché colpire gli sprechi, si ripropone la ricetta dei tagli alla Salute». Se andrà in porto l’annunciato possibile accordo tra Governo e Regioni, «l’accetta – secondo Lamonica – potrebbe abbattersi su quasi 2 miliardi, una sforbiciata che di fatto azzererebbe l’incremento del Fondo Sanitario previsto dal Patto per la Salute, siglato nello scorso mese di agosto. Nessun colpo, dunque, agli sprechi e alle inefficienze, ma ancora una volta inaccettabili tagli lineari che colpiranno i servizi per i cittadini e il diritto alla salute e alle cure». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it – s.cecconi@cgil.it (Stefano Cecconi).

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