«Il 17 settembre 2013 ci eravamo incatenati e avevamo occupato il Consiglio Regionale dell’Abruzzo all’Aquila, per fare approvare una serie di provvedimenti a tutela della disabilità nella nostra regione. In tale occasione fu firmata da tutti i gruppi politici del Consiglio Regionale una mozione che, tra le diverse cose, approvava e finanziava la Legge Regionale sulla Vita Indipendente [Legge Regionale 57/12, “Interventi regionali per la vita indipendente”, N.d.R.]. All’epoca tutti ci avevano assicurato – anche le opposizioni che oggi governano la nostra Regione – che una scena del genere, ovvero vedere persone con disabilità in catene, non si sarebbe dovuta più verificare. E invece si sta verificando ancora in questi giorni!».
Lo si legge in una nota diffusa dall’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, riferita alla protesta messa in atto in questi giorni da Nicolino Di Domenica, Camillo Gelsumini, Manolo Pelusi e Livio Vox, membri del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo, che hanno occupato la sede di Pescara della Regione Abruzzo, incatenandosi per tutelare il diritto all’autodeterminazione sancito dalla citata Legge Regionale n° 57/12, oltreché, a livello nazionale e internazionale, dalla Costituzione Italiana e dalla Legge 18/09, che ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
«Le persone con disabilità si sono incatenate – commenta Claudio Ferrante , presidente delle Carrozzine Determinate Abruzzo – e i soldi per finanziare la Legge stanno cominciando a venire fuori. Ma era necessario fare effettuare queste forme estreme di protesta per rifinanziare una legge?».
«Dal canto nostro – prosegue Ferrante – condividiamo in pieno la lotta intrapresa dal Movimento per la Vita Indipendente abruzzese ed esprimiamo profonda solidarietà a queste persone con disabilità che con coraggio, rischiando di peggiorare le loro stesse condizioni di salute, cercano di rendere dignitosa la vita alle persone con disabilità grave».
«La situazione della disabilità in Abruzzo – conclude Ferrante – è gravissima. Ci troviamo infatti di fronte a una vera e propria “macelleria sociale”, con le famiglie abbandonate a se stesse, che diventano pure loro “portatrici sane di disabilità”. La Regione Abruzzo dimostri dunque che effettivamente la politica è cambiata, dando risposte urgenti e certe a tutto il mondo della disabilità, a cominciare dal rifinanziamento – e non con delle “elemosine” – della Legge sulla Vita Indipendente». (S.B.)
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