«Ieri Franco Bomprezzi ci ha lasciati dopo una grave malattia. Scrittore, giornalista, presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), direttore responsabile di «Superando», firma del «Corriere della Sera» e… grande interista.
Protagonista di innumerevoli battaglie per i diritti delle persone con disabilità, è stato maestro di vita perché ci ha indicato la condotta da seguire, i veri traguardi da raggiungere: l’inclusione sociale, il superamento dei pregiudizi e del paternalismo e la rivendicazione della dignità e rispetto delle persone con disabilità. Lo ha fatto cercando sempre il confronto con tutti, confidando nella volontà delle persone di voler migliorare questa società, lo ha fatto con ottimismo e sempre con parole di incoraggiamento per tutti nei momenti di difficoltà, lo ha fatto con rigore, ma mitigando i conflitti, nella ricerca costante di un dialogo sempre aperto con tutti.
Verranno scritte migliaia di parole, verranno pronunciati mille discorsi, ma nulla riuscirà a riempire il suo silenzio. Ci mancano già il suo coraggio, la sua determinazione, il suo sorriso, i suoi consigli, le sue critiche, che resteranno patrimonio non solo di coloro che lo hanno conosciuto, ma di tutti attraverso la sua opera.
Ci ha lasciato anche i suoi sogni, che a piccoli passi tutti insieme ci impegneremo a realizzare.
Grazie Franco, di averci voluto bene.
Assia Andrao – presidente di Retina Italia ONLUS».
«Ricordiamo Franco con affetto e stima, quando moderò presso la sede della Nostra Famiglia un incontro sulle cerebrolesioni acquisite e partecipò ai festeggiamenti per l’inaugurazione del nostro Reparto di Neuroriabilitazione.
L’ironia sottile, la penna tagliente (non le mandava a dire a nessuno) e il rigore intelletttuale hanno fatto di lui un grande giornalista. Era una bella persona, dolce e allo stesso tempo tenace nelle battaglie civili. Ci piace ricordarlo con le sue stesse parole, scritte in uno splendido editoriale di qualche anno fa: “Il mio corpo non mi appartiene. È importante tenerlo in funzione nel miglior modo possibile, perché finché risponde ai comandi, mi consente di comunicare, di entrare in relazione, di essere consapevole di me, della mia dimensione interna, l’anima”.
Non ci sono dubbi, la sua era una grande anima.
Un pensiero grato da tutta La Nostra Famiglia.
Cristina Trombetti – Ufficio Stampa La Nostra Famiglia»