Come avevamo spiegato qualche settimana fa, il Friendly Autism Screening è una strategia già diffusa in altri Paesi, che tramite uno specifico procedimento di ambiente (luci in sala che non vengono del tutto spente, suoni leggermente più bassi, libertà di movimento durante la proiezione, possibilità di portare cibo specifico da casa), può consentire alle persone con disturbi dello spettro autistico di vivere senza problemi l’esperienza cinematografica in sala.
È accaduto il 28 dicembre al Filmstudio di Roma, con la proiezione della pellicola d’animazione Un gatto a Parigi, e questo è il racconto della giornata, scritto da Stefania Stellino, presidente dell’ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), ma soprattutto mamma di Nicole e Daniel.
Strane alchimie, in un freddo pomeriggio di una domenica di festa e… di blocco del traffico.
San Pietro e Piazza Trilussa, sacro e profano, e nel mezzo un cinema d’autore: una di quelle sale che sanno di cultura “muffita” con le poltroncine rosse e i rivestimenti delle pareti di legno.
Un pubblico inconsueto per una proiezione fuori dagli schemi: luci soffuse, non buio da cinema; volume normale, non da cinema; libertà di movimento, non rigida etichetta da cinema. Eppure era cinema. Lo schermo enorme che incuriosiva i bambini. Bambini che saltavano e svolazzavano con i loro versetti gioiosi e bizzarri, e bambini e ragazzi che piangevano e si lamentavano perché infastiditi da quegli urletti e da quelle corsette afinalistiche, e famiglie che finalmente non si sentivano in obbligo di giustificarsi e giustificare.
Infastiditi, certo, perché anche un autistico può essere infastidito dal comportamento di un’altra persona… Che ne sa che quella persona è nella sua stessa condizione ma l’esprime in modo diverso? Che ne sapeva che quello era un pomeriggio speciale dedicato a chi altrimenti quel film l’avrebbe visto forse un giorno in TV?
Già, il film! Un gatto a Parigi. Per Nicole un film avventuroso di cui stranamente ha visto, anche se di sguincio, pure l’ultimo fotogramma, cosa che non fa mai: di solito, infatti, appena prima della fine scappa via dalla stanza, trovando mille scuse per alzarsi, o spegne la TV o si copre impunemente il viso.
Unica nota stonata… eh sì, una ce n’è stata nel freddo pomeriggio della domenica di festa: un bambino non è voluto entrare e non c’è stato verso, lui e il padre fuori in macchina nel freddo pomeriggio della domenica di festa, Daniel.
E poi Nicole: «Papà, mi spiace proprio tanto che tu non abbia potuto vedere il film. Sai, è stato bellissimo». Ah…l’autismo!