«La Conferenza Regionale sulla Disabilità del 23 e 24 gennaio [evento che si terrà a San Donnino di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, N.d.R.] è vissuta da tutto il nostro mondo come l’occasione per cambiare passo nelle politiche di welfare, a patto che la Regione ascolti le nostre istanze e proposte con la disponibilità vera a modificare quel che non va».
Lo dichiara in una nota Patrizia Frilli, presidente di DIPOI – Coordinamento Toscano delle Associazioni e Fondazioni per il Durante e Dopo di Noi, organizzazione nata per “fare rete” tra le tante realtà che si occupano in Toscana di “durante e dopo di noi”, molte delle quali gestiscono anche servizi o strutture residenziali e semiresidenziali per persone con disabilità.
Per l’occasione dell’imminente Conferenza di San Donnino, DIPOI – che attualmente rappresenta quasi cinquanta Associazioni e Fondazioni della Regione – ha anche presentato un ampio documento, a firma della stessa presidente Frilli e della vicepresidente Marisa Biancardi.
«Tutto sommato – annota ancora la Presidente di DIPOI, a proposito del citato documento – in Toscana siamo abituati a un buon livello dei servizi, ma sono ancora troppe le cose che non funzionano e la mancata esigibilità di molti diritti sociali sta stremando le persone con disabilità e le loro famiglie. Noi rappresentiamo queste realtà e abbiamo presente che c’è un deficit di risorse enorme rispetto ai bisogni. Per questo siamo disposti a metterci del nostro, ma la Regione deve capire che in cambio vogliamo avere impegni precisi e la possibilità di concorrere davvero alle decisioni. Per questo abbiamo definito un documento, come contributo alla Conferenza Regionale sulla Disabilità, nel quale, in estrema sintesi, la priorità è quella di garantire supporto alla dimensione adulta delle persone con disabilità, per dar loro la possibilità di esprimere le proprie soggettività, potenzialità e capacità di autonomie relazionali, sociali e abitative, ciò che vale in modo particolare per le disabilità psichiche e intellettive».
«In questo senso – prosegue Frilli – le politiche per il “durante noi” hanno la stessa rilevanza di quelle per il “dopo di noi”, perché non può esserci un “buco assistenziale” di decine d’anni tra l’età scolare e la vecchiaia. Ecco perché chiediamo alla Regione di istituire un Fondo specifico per il sostegno a servizi e strutture destinate al “durante” e “dopo di noi”». «C’è poi – sottolinea ancora – il tema del coinvolgimento delle famiglie che in questi anni si sono organizzate, impegnandosi in fondazioni private o di partecipazione, nel tentativo di garantire un futuro dignitoso ai propri cari con disabilità. Le fondazioni possono diventare un veicolo decisivo per mettere insieme risorse pubbliche e private, ma anche per progettare, realizzare e gestire strutture e servizi. Ovviamente in una logica di cooperazione, integrazione sociosanitaria e programmazione con Comuni, Società della Salute e Regione».
«Infine – è la conclusione – abbiamo chiesto alla Regione un tavolo di concertazione, per individuare un pacchetto di misure concrete di agevolazioni (fiscali, edilizie, urbanistiche, procedurali, autorizzatorie) che possano favorire l’attivazione di servizi e la realizzazione di strutture residenziali o semiresidenziali destinati al Durante e Dopo di Noi». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@dipoi.it (Massimiliano Frascino).
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