«Cominciano a delinearsi i primi pesantissimi effetti delle nuove norme regionali sui servizi sociosanitari rivolti a persone con demenza, anziani non autosufficienti, persone con disabilità e con disturbi mentali (complessivamente circa 15.000 utenti). Dal primo gennaio scorso, infatti, l’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) applica la Delibera Regionale sulle tariffe dei servizi sociosanitari, ciò che sta provocando un enorme aumento delle quote a carico degli utenti in molte RSA anziani pubbliche [le RSA sono le Residenze Sanitarie Assistenziali) anziani pubbliche, nelle quali la quota passa da 33 a 42,50 euro al giorno, con un aumento del 30% (285 euro mese)».
La denuncia arriva da una nota diffusa dal CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), e dalla Campagna “Trasparenza e diritti”, organismi ai quali aderiscono decine e decine di organizzazioni delle Marche, impegnate appunto in àmbito di servizi sociosanitari rivolti a persone con grave disabilità e con patologie croniche, a persone non autosufficienti, con demenza e a malati psichiatrici.
Si tratta di una nuova, dura presa di posizione che segue – come abbiamo via via riferito anche nel nostro giornale – quasi due anni di una vera e propria “battaglia” nei confronti delle Istituzioni Regionali, innescata nel 2013 da due contestatissime Delibere di Giunta Regionale 1011/13 e 1195/13, accusate di mascherare, dietro alla logica delle economie di scala, da una parte il sostanziale ritorno all’istituzionalizzazione (grandi strutture con tante persone dai bisogni diversi), dall’altra l’aumento dei costi a carico degli utenti e dei loro familiari.
«Avevamo ripetutamente chiesto alla Regione Marche – prosegue la nota – di non dare applicazione a questo aumento in tutte le strutture che non garantiscono le basilari prestazioni alberghiere (lavanderia, stireria ecc.), ma tale richiesta, come molte altre, è rimasta purtroppo inascoltata. Una disattenzione che “qualifica” l’attenzione regionale nei confronti delle fasce più deboli della popolazione».
In tal senso è stata anche inviata in questi giorni, ai principali esponenti istituzionali della Regione, una lettera in cui si chiede di sospendere quel provvedimento, «fino a quando non verranno definite e assicurate le dovute prestazioni alberghiere». Inoltre, le organizzazioni del CAT Marche e di “Trasparenza e diritti” hanno chiesto anche ai Comuni di intervenire, considerato che tale aumento si ripercuoterà automaticamente sugli stessi Enti Locali i quali saranno tenuti a compensare le quote a carico di utenti non in grado di coprire tale spesa.
«Da tempo – è la conclusione della nota – abbiamo messo in guardia sugli effetti per le persone e i servizi delle scelte regionali in àmbito sociosanitario. Molte di tali scelte potrebbero e potranno essere riviste, ma perché ciò avvenga occorre la convinta mobilitazione e pressione di molti, con la consapevolezza, per altro, che i silenzi equivalgono ad assensi». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com.
Articoli Correlati
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- Dopo la Casa di Alice: alcune necessarie riflessioni Chiarire bene alcune questioni e segnalare altri aspetti riguardanti responsabilità e competenze del sistema dei servizi sociosanitari, specie per evitare che “a riflettori spenti” si torni a un’“indifferente normalità”: sono…
- Marche: quel tradimento tutto a danno degli utenti Il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela) torna a ribadirlo: «Quell’Accordo tra la Regione Marche e gli enti gestori, in tema di servizi sociosanitari rivolti a persone con disabilità, anziani non…