Da un’indagine condotta nel 2013 dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) su quarantatré delle proprie Sezioni, risultava che su 1.026 persone con sindrome di Down maggiorenni aderenti alla rete, solo 125 di esse (il 12%) lavoravano con un regolare contratto e di quei 125 solo il 12,8% risiedevano al Sud o nelle Isole. Ciò senza contare, più in generale, i dati quanto meno sconfortanti, recentemente riscontrati anche dalla VII Relazione al Parlamento sull’attuazione della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), relativi a tutte le persone con disabilità.
È proprio partendo dalla cruda realtà di quelle cifre che l’AIPD ha lanciato il suo nuovo progetto denominato Lavoriamo in rete – Percorsi di inserimento lavorativo nei territori del Sud, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e dedicato agli inserimenti lavorativi di persone con sindrome di Down nel Sud d’Italia e nelle Isole.
Sono esattamente trentacinque le persone con sindrome Down – in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 29 anni – coinvolte insieme alle loro famiglie nell’iniziativa, che durerà diciotto mesi, allo scopo appunto di incrementarne la motivazione, la consapevolezza, la capacità e l’occupabilità.
Tredici gli operatori impegnati, in altrettante Sezioni dell’AIPD (Bari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Foggia, Lecce, Matera, Milazzo-Messina, Napoli, Oristano, Potenza, Reggio Calabria e Termini Imerese in provincia di Palermo).
Entrando maggiormente nel dettaglio del progetto, sono previste varie azioni di consulenza, informazione e formazione (sia in presenza che a distanza), attività di sensibilizzazione del mondo aziendale e istituzionale, monitoraggio e tutoraggio in situazione e anche l’avvio di nuovi SIL (Servizi di Inserimento Lavorativo) presso le Sezioni AIPD che ne siano sprovviste. Verrà inoltre creato un database online di raccolta dati dei potenziali lavoratori e delle aziende dei territori coinvolti.
«Con queste azioni – spiega Monica Berarducci, responsabile dell’Osservatorio sul Mondo del Lavoro dell’AIPD, ideatrice del progetto – intendiamo coinvolgere direttamente le organizzazioni partecipanti, rendendole protagoniste, allo scopo di potenziare la rete delle sedi AIPD presenti nel Sud e nelle Isole, creando in tal modo poli regionali per l’impiego e scardinando innanzitutto il pregiudizio secondo cui l’inserimento lavorativo delle persone con sindrome Down è solo un’opportunità “occupazionale” o terapeutica, quindi un peso per l’impresa e non un contributo alla produttività aziendale. Importante, poi, sarà anche il lavoro sulle famiglie, in un percorso che consenta loro di riconoscere il figlio come finalmente adulto e di pensare l’inserimento lavorativo come una reale possibilità di esprimere le capacità lavorative delle persone con sindrome Down e non solo come ore della giornata da riempire». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Monica Berarducci (monicaberarducci@aipd.it).