La Conferenza Regionale sulla Disabilità della Toscana, tenutasi il 23 e 24 gennaio scorso a San Donnino di Campi Bisenzio, non conteneva nessun Tavolo di Lavoro specifico sulla Vita Indipendente. Ciò è in assoluto contrasto con i princìpi generali sanciti dallo Statuto della Regione Toscana [articolo 4, comma 1, lettera e, N.d.R.], dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Questa grave illegalità ha spinto le nostre Associazioni a distribuire un volantino per denunciare il fatto che gli Amministratori hanno voluto “soffocare” la voce dei disabili che da anni lottano per l’autodeterminazione. E tale tentativo di soffocamento crea inevitabilmente un grosso conflitto.
Proprio l’assenza di uno spazio specifico di discussione sulla vita indipendente, infatti, ha fatto si che questo tema risultasse quantitativamente marginale nell’àmbito del Tavolo”Durante e Dopo di Noi”, tutto appiattito sulla modalità delle “Fondazioni di partecipazione”.
Emerge da ciò la necessità di precisare che la libertà di scelta da parte dei familiari di disabili – di cui non si contesta assolutamente la legittimità – non può e non deve interferire sulla vita di altri disabili che vogliono autodeterminarsi. E la possibilità di fare vita indipendente non può essere relegata a una concessione da parte di chi detiene il potere. Invece, la vita indipendente va riconosciuta a pieno titolo.
Vogliamo che anche la nostra voce venga ascoltata e rispettata. Invece, la Regione Toscana sta invertendo la marcia, essendo sempre più disponibile ad elargire fondi per soluzioni emarginanti e non inclusive e costringendo i disabili gravi a continue ed estenuanti lotte, per non perdere quanto conquistato in anni di rivendicazioni del proprio diritto alla vita.
La vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi riduce la Vita Indipendente a un fondo non stabile e bloccato. Ciò significa non permettere a nessun’altra persona disabile di accedervi e perpetuare condizioni inaccettabili di precarietà di vita dei disabili che attualmente ne fruiscono.
In conclusione, anziché un luogo in cui affrontare le molteplici problematiche, la suddetta Conferenza sulla Disabilità ci è apparsa solo come una mossa preelettorale.