Sanare la situazione dell’ISEE, dopo quelle Sentenze

Lo chiede il Presidente Nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), riferendosi a quelle tre recenti Sentenze del TAR del Lazio riguardanti l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), e dichiarando che esse «sanciscono un principio affermato da anni da tutto il movimento delle persone con disabilità, ovvero che la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento non sono redditi»

Disegno di docente che ha scritto "ISEE" alla lavagna«Quelle tre Sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio rendono giustizia alle persone con disabilità e ai loro familiari. Dobbiamo tenere conto innanzitutto che esse sanciscono un principio da anni dichiarato, in diverse sedi e diverse modalità, da tutto il movimento delle persone con disabilità: la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento non sono redditi e non generano alcuna “ricchezza”, anzi il contrario. È infatti incontrovertibile il fatto che la presenza in famiglia di una persona con disabilità esponga la famiglia stessa a rischio di impoverimento».
Così Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), commenta quelle tre Sentenze del TAR del Lazio (n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15), sulle cui possibili conseguenze abbiamo poco fa prodotto un nostro ampio approfondimento, che l’11 febbraio scorso hanno parzialmente accolto altrettanti ricorsi presentati contro il Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 e cioè il Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).
In sostanza, lo ricordiamo, quei provvedimenti hanno innanzitutto escluso dal computo dell’Indicatore della Situazione Reddituale (ISR) – una delle due componenti dell’ISEE – «trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche», ovvero tutte le pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.; hanno inoltre annullato il DPCM 159/13 nella parte in cui prevedeva un incremento delle franchigie per le sole persone minorenni con disabilità o non autosufficienti.

«Ora – dichiara Speziale – si attende che il Governo si conformi a quanto stabilito in Sentenza, ripensando, quindi, quali prestazioni assistenziali, insieme a quelle connesse all’invalidità, non rientrino più nel calcolo ISEE e ri-allineando le franchigie tra maggiorenni e minorenni con disabilità. È infatti innegabile che il Governo debba adeguarsi e adeguare il sistema a quanto statuito dal TAR del Lazio, garantendo che le persone con disabilità e le loro famiglie possano ottenere quanto in loro diritto, senza patire alcun disagio derivante dai soliti adempimenti burocratici»
«E occorre anche sanare urgentemente – conclude il Presidente dell’ANFFAS – la situazione in cui si vengono a trovare le persone con disabilità e i loro familiari che hanno richiesto e generato un ISEE con le modalità vigenti fino alla settimana scorsa». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

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