Dopo un’analoga richiesta di intervento al Ministero della Salute nei confronti della Regione Marche, da parte delle decine di organizzazioni aderenti alla Campagna Trasparenza e diritti e al CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), arriva ora sulle medesime questioni anche un’Interrogazione Parlamentare, riguardante innanzitutto la mancata applicazione delle disposizioni contenute nei Livelli Essenziali di Assistenza Sociosanitaria, che obbliga il sistema sanitario a garantire le prestazioni di assistenza tutelare nell’assistenza domiciliare, assumendo il 50% del costo delle prestazioni.
Altro punto discusso è poi la mancata applicazione della stessa normativa che obbliga il sistema sanitario, nei Centri Diurni per disabili gravi, ad assumere il 70% del costo del servizio (quota prevista per circa il 65% degli utenti frequentanti i Centri Diurni stessi).
«Gli effetti di questa situazione – si legge in una nota della Campagna Trasparenza e diritti e del CAT Marche – hanno significative ricadute su anziani non autosufficienti, persone con demenza, disabili e i loro nuclei familiari, che devono ricevere questi interventi. Nel primo caso, infatti, non si assicura una prestazione obbligatoria e importantissima ai fini del mantenimento a domicilio delle persone non autosufficienti. Nel secondo caso si è in presenza di una discriminazione tra persone aventi identiche necessità e diritti, con un significativo abbassamento degli standard di personale e quindi della qualità dei servizi».
L’Interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin è stata presentata da alcuni senatori del Partito Democratico (prima firmataria Nerina Dirindin, insieme ad altre parlamentari marchigiane, quali Silvana Amati e Camilla Fabbri), con la richiesta appunto di verificare la correttezza di quanto deliberato dalla Regione Marche.
«Altri due fronti rimangono poi aperti – prosegue il comunicato delle organizzazioni marchigiane – sui quali si attendono risposte da parte della Regione. Il primo riguarda il finanziamento per il 2015 in tema di servizi sociali che dovrà essere messo in bilancio in questi giorni. A fronte infatti di voci non smentite che parlano di una diminuzione significativa dei fondi, nonostante le ripetute richieste inviate al presidente Gian Mario Spacca e all’assessore Luigi Viventi, nessuna risposta o rassicurazione in senso contrario è finora pervenuta».
Negli ultimi giorni tra l’altro, come segnalato dal nostro giornale, anche la Consulta Regionale per la Disabilità delle Marche ha preso una dura posizione in proposito.
«La seconda questione – concludono Trasparenza e diritti e il CAT Marche – riguarda il Fondo Regionale destinato a supportare le maggiori spese di utenti e Comuni nei servizi sociosanitari diurni e residenziali, nei quali la sanità ha ridotto i finanziamenti (si tratta di migliaia di posti). Le Associazioni aspettano quindi di vedere un testo, in modo tale da poter verificare gli intendimenti regionali. Il rischio concreto è che per qualche migliaio di utenti (disabilità, demenze, salute mentale) tale Fondo legittimi i Comuni a far pagare di più rispetto alla situazione precedente». (S.B.)
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