Contro le forme gravi di sclerosi multipla

Ad esse sono dedicate le iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi promosse in queste settimane dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e in particolare a tre specifici progetti di ricerca, tutti mirati appunto a queste forme gravemente progressive della malattia, con l’obiettivo di studiarne sempre meglio le cause, di trovare possibili trattamenti e anche di migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto

Robot Amadeo per la riabilitazione della mano

Uno dei tre progetti cui sono dedicate le iniziative di queste settimane dell’AISM riguarda le possibili applicazioni sulle persone con sclerosi multipla del robot Amadeo, apparecchiatura utilizzata per la riabilitazione della mano

È in corso già da alcuni giorni e si protrarrà fino al 15 marzo la raccolta fondi tramite SMS solidale (45599) promossa dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), iniziativa legata al tradizionale evento La Gardenia di AISM, previsto in oltre quattromila piazze italiane sabato 7 e domenica 8 marzo, in occasione della Festa della Donna.

Com’è ben noto, la sclerosi multipla è una grave malattia cronica del sistema nervoso centrale progressivamente invalidante, per la quale ancora oggi non esiste cura definitiva. Essa è una delle più frequenti cause di disabilità nelle persone giovani e colpisce soprattutto le donne con una prevalenza di due volte superiore agli uomini.
Ci sono per altro malati che riescono ad avere una buona qualità di vita, altri invece sono affetti da una forma grave della malattia (circa un milione nel mondo, 25.000 solo in Italia).

Proprio alla ricerca dedicata a queste forme gravemente progressive – di cui restano sconosciuti causa ed effetti e per fermare il cui decorso non esistono trattamenti o cure efficaci – verranno destinati i fondi raccolti con le iniziative di queste settimane, in particolare puntando a tre specifici progetti, con il primo dei quali si studieranno gli effetti del trattamento intensivo di Amadeo, robot che permette di allenare le dita della mano in condizioni facilitate e interattive. Tale training, svolto da Nicola Smania dell’Università di Verona, potrebbe avere ripercussioni positive anche sull’autonomia e sulla qualità della vita delle persone con sclerosi multipla.
Il secondo progetto, invece, sarà centrato sullo studio della distribuzione del sodio all’interno e all’esterno delle cellule nervose, per valutare la relazione esistente tra tali concentrazioni e l’accumulo di disabilità fisica e cognitiva in persone con sclerosi multipla. Questa valutazione sarà curata da Maria Petracca del Dipartimento di Neurologia del Mount Sinai School of Medicine di New York ed effettuata grazie a una tecnica innovativa di risonanza magnetica di recente sviluppo, utilizzando 7 Tesla, macchinario ad elevato campo magnetico.
Il terzo e ultimo progetto, infine, riguarda il GPR17, nuova molecola coinvolta nel differenziamento delle cellule che producono mielina (gli oligodendrociti), per capire come possa promuovere la ricostruzione della mielina stessa che risulta danneggiata nella sclerosi multipla. Il tutto nel quadro di uno studio condotto da Maria Pia Abbracchio dell’Università di Milano.
La mielina, lo ricordiamo, è la guaina che riveste i prolungamenti dei neuroni e che consente di condurre correttamente gli impulsi nervosi dalle diverse aree del sistema nervoso. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

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