È stato grande il successo della Di.Di. Bridgestone World Cup al circuito toscano del Mugello, evento voluto con forza dall’Associazione Di.Di – Diversamente Disabili, prima gara motociclistica internazionale riservata esclusivamente a piloti con disabilità, per lo più artolesi o amputati, ma anche con deficit visivi o uditivi, vera e propria “Paralimpiade delle moto”, come anche è stata definita [se ne legga anche la nostra presentazione, N.d.R.].
Nessuno dei partecipanti – inguainati nelle loro tute di pelle – mostrava apparenti segni di “distinzione” rispetto ai piloti “normodotati”. Nessuno, tranne almeno Alan Kempster, l’australiano che guida nature, come lui stesso ama dire. È privo infatti della gamba e del braccio destri e corre così, senza l’ausilio di protesi, tenendosi in equilibrio sulla sella della moto come se nulla fosse.
Quasi una ventina i piloti al via e un importante parterre di testimonial: dal pilota Alex De Angelis, in forza al team NGM Forward in MotoGP, al team manager del Motomondiale Lucio Cecchinello, che è stato nominato presidente onorario della ONLUS Di.Di. Ed erano presenti anche il pilota del Mondiale Superstock 1000 Fabio Massei e Massimo Roccoli, star della Supersport, che hanno fatto da apripista alla gara, precedendo i Di.Di nel giro di allineamento.
Grande successo ha avuto inoltre l’iniziativa della Ducati Panigale 1199 Biposto, guidata da Dario Marchetti, responsabile degli istruttori della Ducati Riding Academy, che ha regalato emozioni a non finire agli appassionati passeggeri, tutti vestiti da Vircos. Tra di loro, ospite d’eccezione, la cantante e atleta non vedente Annalisa Minetti, che dopo avere gustato le curve del Mugello come passeggera della potente bicilindrica, ha consegnato i trofei ai protagonisti della gara. Nella serata del sabato, tra l’altro, Minetti si è anche esibita in un concerto nel paddock, fornendo un gustoso assaggio delle proprie serate di questo periodo con il suo tour Io rinasco.
Da segnalare infine la presenza della Di.Di Bike, una Honda NC 700 allestita da Handytech con un sistema di rotelline laterali, che dà la possibilità di risalire in sella a chi ha perso l’uso delle gambe. E per la prima volta, sulla Di.Di Bike è salito un ragazzo con paraplegia.
Due i podi al termine della singolare competizione: uno per la Classe 600 e uno per la cilindrata maggiore, la 1000. Nella prima, a salire sul gradino più alto è stato il toscano Emiliano Malagoli, portatore di protesi alla gamba destra, fondatore e presidente dell’Associazione Di.Di., che ha relegato alle sue spalle Cristian Carnevale, audioleso, e Fabio Segato, che ha forti limitazioni alla mobilità di entrambe le gambe a seguito di un incidente. Quarta posizione per il già citato Alan Kempster, il “fenomeno” australiano che ha prevalso sull’unica rappresentante femminile, Samantha Palmucci, condizionata da una parziale lesione del plesso brachiale. Alle loro spalle Andrea Capurro, che ha un’atrofia ad entrambe le gambe, e Giovanni Aranciofebo, che ha corso con una protesi al braccio destro. Ritirati Claudio Gesi e Matteo Arlati.
Nella classe regina, invece, successo per Umberto Lisanti, pilota piemontese privo del braccio sinistro, che si è piazzato davanti a Mattia Buriani e Fabio Tagliabue, entrambi monocoli. Quarto il “dentista volante” Enrico Mariani, portatore di protesi alla gamba destra, davanti a Bruno Serena. Ritirato Daniele Barbero, mentre Fabrizio Felicioni non è partito dopo una scivolata in prova.
Un evento realmente eccezionale, dunque, che si è potuto disputare grazie a uno sforzo congiunto: a dare infatti il loro prezioso contributo sono stati anche Ideal Gomme e Bridgestone Italia, che hanno messo a disposizione la hospitality; Stepa, che ha offerto un aperitivo il sabato; Ortopedia Michelotti, per la “messa a punto” delle protesi; Osteopatia Spalvieri, che ha curato massaggi gratuiti a tutti i piloti Di.Di; SBK Mugello, che ha adattato la moto di Alan Kempster e fornito l’assistenza in gara; Squad, che ha realizzato le magliette dell’evento; Proracing, che ha ospitato la DiDi Bridgestone World Cup nella giornata agonistica al Mugello.
«E grazie anche alla Federazione Motociclistica Italiana – dichiara Emiliano Malagoli -, da Simone Folgori, responsabile della velocità, al medico sportivo Monica Lazzerotti, da Federica Tiburzi a Stephen Frew, manager di Alan Kempster, che ha collaborato per le formalità burocratiche, fino alla Reevu che ha fatto arrivare i caschi allo stesso Alan. Tutti ci hanno aiutato a realizzare questo sogno, con i dipendenti di Diesel che sono arrivati anche a donare una parte del loro stipendio per la manifestazione». (F.L.G.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@diversamentedisabilit.it (Fiammetta La Guidara).