Come viene sottolineato dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in vista della Giornata Internazionale della Donna, «saranno 845 le ragazze con sindrome di Down iscritte alla nostra Associazione che festeggeranno l’8 marzo su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un momento importante per sottolineare l’importanza dell’autonomia per le persone con sindrome di Down, per arrivare ad essere adulti e lavoratori».
Dagli ultimi dati a disposizione dell’AIPD sull’occupazione femminile della popolazione con sindrome di Down, risulta che nel 2012 sono state 39 le ragazze conosciute che hanno attivato un percorso di inserimento lavorativo (14 al Sud, 9 al Centro e 16 al Nord). «Auspichiamo – sottolinea in tal senso Mario Berardi, presidente dell’AIPD – che sempre di più le persone con sindrome di Down, soprattutto le ragazze, vedano riconosciuti i propri diritti di vivere una vita quanto più possibile completa. E questo sarà possibile solo in una società realmente inclusiva e non escludente, che permetta a tutti di realizzare i propri sogni attraverso il giusto riconoscimento delle competenze e delle potenzialità di ciascuno».
«Essere donna e affermarsi nel mondo del lavoro – concludono dall’AIPD – è difficile, e lo è ancor di più per una donna con sindrome di Down, per la quale sembra a volte più che sufficiente che abbia qualche attività in casa. Come per ognuno di noi, però, anche per una ragazza con sindrome di Down il lavoro è un modo per assumere un ruolo sociale. Dice ad esempio Gloria, occupata in un fast food: “Prendo la busta paga con l’accredito in banca, quando finisco i soldi, li prendo col Bancomat… da quando lavoro la mia vita è cambiata in meglio… sono diventata una signora». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: aipd@aipd.it.
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